Cronaca

Tribunale, la speranza
in una legge in discussione
in Senato: rinvio della riforma
giustizia di un anno

Un anno di vita in più per il tribunale di Crema. Una legge per rinviare l’entrata in vigore della riforma della giustizia. E’ appeso al voto di questa legge il futuro del tribunale della città, che dovrebbe essere chiuso e trasferito a Cremona il prossimo 13 settembre. Ma la commissione Giustizia del Senato, martedì e mercoledì, ha dato il suo ok al progetto di legge, derivante da due proposte: una del senatore Felice Casson del Pd e l’altra del collega Lucio Malan del Pdl. Ora ci sarà tempo fino a martedì 28 maggio per gli emendamenti prima che venga portata in votazione. Votazione che dovrebbe dare il via libera, avendo tutti i gruppi parlamentari già dato il loro assenso. Ad illustrare il progetto gli onoreveli Cinzia Fontana del Pd e Franco Bordo di Sel intervenuti in tribunale all’incontro organizzato dal Vincenzo Tarallo sindacalista della Cisl, alla presenza dei dipendenti e del presidente dell’ordine degli avvocati Ermete Aiello. Il problema della chiusura dei tribunale di Crema e del suo trasferimento a Cremona è legata alla mancanza di spazi dove poter fisicamente collocare i lavoratori e i magistrati che dovrebbero, in teoria, trasferirsi il prossimo 13 settembre. A illustrare la problematica il sindacalista della Cisl che ha specificato. “Qui non si tratta di salvare i posti di lavoro, ma di dare un lavoro dignitoso ai dipendenti. A Cremona per ora non c’è spazio, e me lo ha confermato anche il comune, che in teoria di luoghi ne avrebbe, ma che non ha risorse per sistemarli”.

Fiduciosi che la proposta diventi una legge a tutti gli effetti gli onorevoli cremaschi. “Sono fiduciosa, – ha spiegato Cinzia Fontana – che arrivi, anche se è evidente che non è una soluzione definitiva e che quindi bisogna lavorare insieme per arrivare a proposte adeguate. Però ci sarà un anno un più e una revisione, come dovrebbe prevedere la legge, dei criteri della riorganizzazione della giustizia. Anche perché ora i comuni stanno presentando i costi di questi accorpamenti e non sono pochi. Servono quindi proposte adeguate di riorganizzazione che devono garantire i presidi sui territori, visto che il tema della sicurezza è fondamentale, una miglioria della giustizia a favore dei cittadini e le condizioni adeguate di lavoro per i dipendenti. E per questo che il territorio e le istituzioni tutte devono lavorare”

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