Lectio magistralis
con Marco Tarquinio,
direttore di Avvenire
Era stata pensata come un incontro istituzionale. Ma, alla prova dei fatti, la giornata di venerdì si è rivelata un momento di reciproco scambio e amicizia. Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, è arrivato a Crema poco dopo le 17.30 accompagnato da Marcello Palmieri, collaboratore di Avvenire. Con lui, la moglie Patrizia Pozzi e l’assistente Maria Teresa Torresani. Ad attenderli, davanti alla sede dell’Uni-Crema, l’università dell’età adulta fondata cinque anni fa dalla diocesi, il vescovo Oscar Cantoni. Con lui, Rinaldo Zucchi e don Marco Lunghi, nell’organismo rispettivamente presidente e direttore dei corsi. Pochi minuti dopo, ecco l’avvio della lectio magistralis.Un momento per riflettere sulle sfide della Chiesa in un momento storico così delicato e particolare.
«Una Chiesa sempre chiamata a rinnovarsi – così il vescovo di Crema nel suo saluto introduttivo – per venire incontro agli attuali appelli della storia. Ed ecco subito un invito, diretto a ogni cristiano. Quello a «rinnovare il cuore di ognuno, per fare nuovo l’intero Corpo sotto l’azione dello Spirito».
La parola è poi passata a Fabio Patrini, presidente del Rotary club Crema. Nelle sue parole, quel «servire sopra ogni interesse personale» che è il motto del sodalizio. E un felice punto di contatto con l’esperienza cristiana. Ed ecco l’appassionata relazione dell’ospite d’onore. Il direttore di Avvenire, che leggendo l’esperienza storica di san Benedetto («Creò delle isole di luce nel tempo del buio») e San Francesco («Portò questo nuovo splendore per le vie del mondo») vi ha visto un sorprendente parallelismo con gli omonimi «vescovi di Roma» succedutisi al soglio di Pietro. Così, anche oggi, tra i 2 Papi c’è una continuità sorprendente». Parole che hanno toccato il cuore dei presenti, fatte proprie e rilanciate da don Lunghi nei ringraziamenti finali.
Poco dopo le 19, 2 visite cariche di significato. Prima, quella alla chiesa di San Bernardino auditorium Manenti, dove Pietro Pasquini ha eseguito all’organo la Sonata per l’offertorio di Vincenzo Petrali. Poi, quella al cantiere della cattedrale chiusa per restauri. Un’attività resa possibile dal responsabile della sicurezza del cantiere, Ferdinando Vacchi. E dipanatasi sulle note del coro del Collegium vocale diretto da Giampiero Innocente, con l’illustrazione storica di Matteo Facchi, presidente della società storica cremasca. Una teoria di lumini accanto ai cantori ha contrastato le prime ombre della sera, in un duomo privo di arredi e vibrante nella sua spazialità. Decisamente suggestiva l’atmosfera: era la prima esecuzione musicale, seppure a porte chiuse, nel duomo restaurato. «Una bellissima sorpresa», ha commentato Torresani, mentre Tarquinio ascoltava in religioso silenzio.
Alle 20, il trasferimento presso il Circolo del Ridotto in via Benzoni, sede del Rotary club Crema per l’occasione unito al Rotary club cremasco San Marco e al Rotary club Soncino (guidati rispettivamente da Alfredo Ferrari e Ugo Nichetti). Lì Tarquinio, affiancato da Patrini e Palmieri, ha cenato. Poi è intervenuto nuovamente. E riprendendo il discorso dov’era stato concluso all’Uni-Crema, il direttore ha sottolineato: «Se Papa Benedetto ci ha detto «cosa» dobbiamo fare, Papa Francesco ci sta insegnando il «come» fare ciò. ne è scaturito un breve dibattito animato da alcuni dei 100 commensali.
Alle 23.30 il suono della campana e la fine della conviviale. Tutti a casa, con una copia di Avvenire in omaggio e la possibilità di abbonarsi gratuitamente al quotidiano per i prossimi 3 mesi.
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