Cronaca

Contributi facoltativi
Al Pacioli è ‘guerra’
tra preside e studenti

Pacioli, studenti e preside ai ferri corti. I famosi contributi facoltativi che alcuni studenti dell’istituto guidato da Giuseppe Strada non intendono pagare continuano a far discutere. Da un lato il Comitato scuola pubblica, capeggiato da Alessio Maganuco, che rivendica il diritto degli studenti di poter avere tutti i servizi senza doversi sobbarcare il costo dei contributi, per l’appunto, dicono, facoltativi. Dall’altra il preside che afferma: “Non è giusto che qualcuno debba pagare anche per chi non vuole farlo”. E gli studenti si dicono pronti ad agire per vie legali presentando un ricorso al provvedittorato per discriminazione. “Dopo ripetute intimidazioni, minacce e tentativi di umiliazione a danni di singoli studenti che, o si rifiutavano di pagare il contributo volontario o non erano in grado di pagare, il preside del Pacioli Giuseppe Strada, passa dalle parole ai fatti: ai figli delle famiglie dei non paganti sono stati sottratti una serie di servizi precedentemente garantiti a tutti gli studenti attuando di fatto una grave discriminazione di classe all’interno della scuola pubblica (che per definizione dovrebbe garantire a tutti gli studenti, indipendentemente dalla condizione sociale ed economica della propria famiglia e senza alcuna discriminazione politica, razziale, religiosa o sessuale) e calpestando senza pudore alcuno il diritto allo studio. Così facendo – sottolineano gli studenti – Strada compie una scelta gravissima e crea nella nostra città un precedente inquietante. Con questa decisione sceglie di schierarsi apertamente con chi distrugge la scuola pubblica tra mille tagli e controriforme, con chi taglia posti di lavoro e servizi, con chi chiude e lascia a cadere gli ospedali. Sceglie di schierarsi con chi fa pagare il prezzo della crisi economica alle famiglie, di schierarsi contro gli studenti anzi che chiedere al ministero i soldi che sono dovuti alla sua scuola”, accusano.

Dal canto suo il dirigente scolastico ribadisce: “Non abbiamo tagliato servizi a chi oggettivamente è in difficoltà: gli studenti che non possono pagare avranno garantiti tutti i servizi. Al contrario a coloro, 40 studenti su 1500, che si rifiutano per principio di pagare saranno tagliati. E’ – incalza – una loro scelta non pagare e di fatto non volere i servizi facoltativi. Quello che è diritto allo studio noi lo forniamo, li tagliamo solo a chi ha scelto di non averli, loro non possono pretendere di avere i servizi che gli altri pagano. Faranno ricorso? Facciano pure, noi il diritto allo studio fondamentale lo garantiamo. Tagliamo il facoltativo: tipo l’accesso a internet per chi non ha pagato”.

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