Lettere

‘Per rilanciare
Scrp ci vuole
la buona politica’

da Mario Lottaroli

La patrimoniale SCRP ha bisogno, ora più che mai, di una responsabile dirigenza politica che le restituisca il ruolo per cui è stata creata: contenitore efficiente di società pubbliche al servizio dei cittadini. SCRP è dotata di un apparato di tecnici e dirigenti che, ben diretti in passato, hanno contribuito a raggiungere buoni risultati; il problema, quindi, è la qualità della direzione politica e non la presenza di imprenditori più o meno illuminati.

Considerare la disastrosa gestione Bonoldi – Beretta come esempio dell’inconsistenza gestionale del ceto politico è un errore, per parità di trattamento bisognerebbe allora considerare l’azzeramento dell’apparato industriale del territorio cremasco come fallimento dell’intera classe degli imprenditori.

Per le caratteristiche ed i compiti propri di un’azienda pubblica, per i suoi rapporti con Sindaci, cittadini e territorio, penso che gli industriali siano i soggetti meno adatti ad assumerne la direzione.

Ritengo che sia prioritario dotare SCRP e le aziende partecipate dall’ente locale di prospettiva industriale, efficienza e trasparenza gestionale, avvicinandole alle esigenze dei Sindaci e dei cittadini del territorio.

Alcuni indirizzi operativi esistono e discendono dall’esperienza di questi anni; altri vanno approfonditi ed approntati. Mi sembra utile segnalare alcune possibilità di intervento:

1. Incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti da troppo tempo ferma attorno al 75%;

2. Costituire l’azienda unica provinciale dell’acqua, totalmente pubblica e con gestione in – house;

3. Ridurre l’arcipelago delle aziende partecipate razionalizzando ed ottimizzando le loro attività riducendo contemporaneamente i costi gestionali;

4. Togliere dalle bollette dell’acqua la maggiorazione del 7% dovuto alla remunerazione del capitale, come sancito dai Referendum giugno 2011 e dalla recente sentenza del Consiglio di Stato;

5. Prevedere un organismo che consenta la possibilità di partecipazione e controllo degli utenti sulla qualità dei servizi e sulle tariffe;

6. Avviare uno studio finalizzato alla riduzione dei consumi di energia elettrica degli impianti di illuminazione pubblica, sulla scorta di alcune esperienze nazionali che hanno portato a considerevoli riduzioni dei costi.

Considero le aziende pubbliche un bene comune perché sono il risultato del lavoro e dell’intelligenza degli amministratori e dei cittadini del territorio; ritengo che agli interessi del territorio e dei suoi abitanti debbano essere finalizzate le loro attività.

Mario Lottaroli

Capogruppo Consiglio comunale

Rifondazione Comunista e Federazione per la sinistra

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© Riproduzione riservata