‘Per rilanciare
Scrp ci vuole
la buona politica’
La patrimoniale SCRP ha bisogno, ora più che mai, di una responsabile dirigenza politica che le restituisca il ruolo per cui è stata creata: contenitore efficiente di società pubbliche al servizio dei cittadini. SCRP è dotata di un apparato di tecnici e dirigenti che, ben diretti in passato, hanno contribuito a raggiungere buoni risultati; il problema, quindi, è la qualità della direzione politica e non la presenza di imprenditori più o meno illuminati.
Considerare la disastrosa gestione Bonoldi – Beretta come esempio dell’inconsistenza gestionale del ceto politico è un errore, per parità di trattamento bisognerebbe allora considerare l’azzeramento dell’apparato industriale del territorio cremasco come fallimento dell’intera classe degli imprenditori.
Per le caratteristiche ed i compiti propri di un’azienda pubblica, per i suoi rapporti con Sindaci, cittadini e territorio, penso che gli industriali siano i soggetti meno adatti ad assumerne la direzione.
Ritengo che sia prioritario dotare SCRP e le aziende partecipate dall’ente locale di prospettiva industriale, efficienza e trasparenza gestionale, avvicinandole alle esigenze dei Sindaci e dei cittadini del territorio.
Alcuni indirizzi operativi esistono e discendono dall’esperienza di questi anni; altri vanno approfonditi ed approntati. Mi sembra utile segnalare alcune possibilità di intervento:
1. Incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti da troppo tempo ferma attorno al 75%;
2. Costituire l’azienda unica provinciale dell’acqua, totalmente pubblica e con gestione in – house;
3. Ridurre l’arcipelago delle aziende partecipate razionalizzando ed ottimizzando le loro attività riducendo contemporaneamente i costi gestionali;
4. Togliere dalle bollette dell’acqua la maggiorazione del 7% dovuto alla remunerazione del capitale, come sancito dai Referendum giugno 2011 e dalla recente sentenza del Consiglio di Stato;
5. Prevedere un organismo che consenta la possibilità di partecipazione e controllo degli utenti sulla qualità dei servizi e sulle tariffe;
6. Avviare uno studio finalizzato alla riduzione dei consumi di energia elettrica degli impianti di illuminazione pubblica, sulla scorta di alcune esperienze nazionali che hanno portato a considerevoli riduzioni dei costi.
Considero le aziende pubbliche un bene comune perché sono il risultato del lavoro e dell’intelligenza degli amministratori e dei cittadini del territorio; ritengo che agli interessi del territorio e dei suoi abitanti debbano essere finalizzate le loro attività.
Mario Lottaroli
Capogruppo Consiglio comunale
Rifondazione Comunista e Federazione per la sinistra
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