Caso affidi, Capetti ribatte a Lottaroli
ma ammette: “Le comunità costano
ben oltre mille euro al mese”
Lo definisce un problema politico, ma non nega che i costi per l’affido dei minori alle comunità sia di gran lunga superiore a quello delle famiglie. Allo stesso tempo, Luciano Capetti, presidente di Comunità Sociale Cremasca, non risparmia di rispondere alle accuse mossagli dal consigliere comunale della Federazione della Sinistra, Mario Lottaroli.
PROBLEMA POLITICO NELL’ENTE CAPOFILA
«Difficile – esordisce Capetti – capire un attacco così brutto, forse frutto dell’ortodossia comunista. Un attacco che però pone un problema politico all’ente capofila, cioè il comune di Crema. Lottaroli fa parte di questa maggioranza, quindi chiedo: la maggioranza si identifica in questa posizione? Con il sindaco Stefania Bonaldi – prosegue – abbiamo un accordo: dopo le vacanze ci vedremo per cominciare un percorso di accompagnamento alla nuova presidenza, ma se non c’è un chiarimento io mi riservo di decidere cosa fare in futuro».
Pronto, insieme a tutti gli operatori e i dipendenti di Comunità Sociale Cremasca a rispedire al mittente le accuse, in particolare quella di preferire l’affido per “foraggiare le associazioni e le famiglie benestanti degli affidi multipli” anzichè dare supporto economico a quei genitori che non riescono più a mantenere i figli. Capetti ricorda che ogni allontanamento avviene dopo un percorso in accordo tra gli operatori dei servizi di tutela e il Tribunale dei minorenni che ne decreta il collocamento in una struttura oppure in una famiglia.
LE LEGGI DEL MERCATO
Per cercare di affidare i minori ad una famiglia, Comunità sociale avrebbe iniziato un percorso di sensibilizzazione sul territorio per cercare famiglie disposte ad accogliere bambini in difficoltà. Ma la scarsità di famiglie disposte a prendere in affido i bambini (una ventina in totale in tutto il Cremasco), costringe Comunità Sociale a rivolgersi alle comunità, tra le quali la Fraternità legata a Comunione e liberazione, e la Papa Giovanni XXIII. E come sottolineato più volte, il costo per l’affido dei minori alle famiglie si aggira intorno alle 400-500 euro mensili. Diverso per le Comunità il cui costo varia tra le 40 e le 90 euro il giorno per bambino. Quindi, come sottolineato dallo stesso Capetti di gran lunga superiore alle mille euro di cui parlava il consigliere Lottaroli.
«Il Tribunale dei minori ci manda i bambini e noi dobbiamo risolvere il problema. E se non ci sono famiglie siamo costretti a rivolgersi alle associazioni, che però hanno un costo superiore. E’ il mercato della domanda e dell’offerta. Le dobbiamo ringraziare, per il lavoro che svolgono, perché se non ci fossero sarebbe un dramma, ma non possiamo negare che si tratta di una attività lucrativa», ha affermato il presidente di Comunità Sociale Cremasca.
TAGLIARE I COSTI
E per cercare di tagliare i costi, che in totale per Comunità Sociale Cremasca si aggirano intorno al milione e mezzo di euro, il Cda sta cercando di stringere una convenzione per bloccare le rette per i prossimi due anni. «Abbiamo già contattato tutte le comunità e l’80% di esse ci ha già risposto, ora attendiamo che rispondano tutte per poi stipulare la convenzione». Nello specifico i minori allontanati nel 2012 sono stati 111, il 35% in più rispetto al 2011. A questi si devono aggiungere le mamme allontanate che sono state nel 2012 il 129% in più del 2011: 16 contro 7. Dei minori affidati 35 sono preso delle famiglie, 20 presso le comunità Papa Giovanni XXIII o Fraternità e 56 in comunità fuori dalla provincia di Cremona. Comunque il costo stimato da Comunità Sociale è per quest’anno di un milione e 788mila euro. Oltre alla convenzione Comunità Sociale Cremasca sta lavorando per realizzare una propria casa di accoglienza. Sarebbe già stata individuata una struttura a Trigolo, una struttura parrocchiale dove risiedevano le suore. «L’abbiamo già visitata e stiamo preparando il progetto per valutare i costi dell’operazione. Questo intervento è volto a portare un risparmio sulla tutela dei minori che aumentano sempre più. Nel contempo continuiamo la sensibilizzazione delle famiglie».
© RIPRODUZIONE RISERVATA