Discarica amianto a Cappella Cantone:
pressioni su almeno due funzionari
Smentita sul nome di Zucchi
Nella foto, l’assessore bergamasco Zucchi e il sequestro della discarica cremonese
AGGIORNAMENTO – Sembrava si fosse allunganto ancora l’elenco degli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sulla corruzione attorno all’autorizzazione per la discarica di amianto cremonese di Cappella Cantone. Nelle carte degli investigatori, dopo gli arresti dei mesi scorsi dell’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli (colui che avrebbe dovuto costruire l’impianto e avrebbe pagato mazzette in giro) e dell’ex vicepresidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani (che le mazzette le avrebbe prese), e dopo l’indagine aperta nei confronti di due dirigenti della Compagnia delle opere (i bergamaschi Rossano Breno e Luigi Brambilla) e dell’assessore regionale Marcello Raimondi, pareva ora esserci anche Enrico Zucchi, assessore provinciale a Bergamo. Esponente del Pdl, vicino a Comunione e liberazione, era stato tirato in ballo in alcuni dialoghi tra Locatelli e il suo consulente Andrea David Oldrati, intercettati: veniva definito il ‘segretario del nano’ (con riferimento all’assessore in Regione Raimondi). Un’indiscrezione, l’apertura dell’indagine su di lui nell’ambito dell’inchiesta su Cappella Cantone, pubblicata da molti quotidiani nazionali e non. Nel giro di qualche ora, però, la stessa Procura di Milano ha smentito: non risulta indagato nell’ambito di questa inchiesta.
I RILIEVI NEL CREMONESE E LE PRESSIONI SU FUNZIONARI
La procura milanese, riporta il Corriere, si sta muovendo anche sul fronte delle questioni tecniche dell’iter autorizzativo: la lente è sui rilievi piezometrici dell’Arpa di Cremona.
Altro aspetto dell’inchiesta sono le pressioni sui funzionari. E’ il caso, finito anche questo nell’inchiesta, di un dirigente che si sarebbe rifiutato di firmare l’autorizzazione e di un secondo che, preso il posto del primo, avrebbe invece firmato. Secondo le ricostruzioni degli investigatori il funzionario regionale Roberto Cerretti si sarebbe opposto alla firma per l’ok alla discarica e poi sarebbe finito a lavorare in un altro ufficio alla Protezione civile. Ricostruisce oggi l’Eco di Bergamo: la firma risulta poi arrivata da Dario Sciunnach, “dirigente della struttura autorizzazioni e innovazione in materia di rifiuti” (si legge nelle carte dell’indagine, come scrive il giornale), ovvero colui che di fatto avrebbe preso il posto di Cerretti nella pratica e avrebbe poi subito pressioni dall’alto stando agli inquirenti.
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