Cronaca

Ogliari riabilitato
dopo il delitto,
non è più pericoloso

L'avvocato Massimo Tabaglio

La notte tra il tra il 4 e il 5 luglio del 1995 Gianfranco Ogliari, di Castelleone, ora 50enne,  in concorso con altre due persone uccise Aldo Tambasco, 23 anni, di Castelleone, colpito alla fronte con un crik, gettato nel canale Vacchelli e ripescato sette giorni dopo. Per quell’omicidio, l’allora 33enne fu condannato in via definitiva a 21 anni e sei mesi di reclusione. Oggi Ogliari, che lavora alla cooperativa «Il Calabrone» di via de’ Berenzani, è una persona nuova. il 3 agosto scorso ha terminato di espiare la pena ed è uscito dal carcere di Cremona. Per lui niente libertà vigilata per tre anni (misura disposta a fine pena dalla corte d’assise d’appello di Brescia), perché il magistrato di Sorveglianza Marina Azzini, in base alla relazione degli operatori dell’Ufficio di esecuzione penale esterna, ha stabilito che non è più una persona socialmente pericolosa. Gianfranco Ogliari, che in galera ha studiato, seguito corsi di falegnameria e scritto poesie, è un uomo cambiato e pentito e si sta ricostruendo una nuova vita grazie al percorso di riabilitazione e alle persone che in questi anni gli sono state vicine, come gli operatori, i frati, che lo hanno aiutato a scoprire la preghiera, e il suo legale, l’avvocato Massimo Tabaglio. Il carcere lo ha aiutato a pensare e lo ha rieducato.

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