Politica

Province, Crema vota la ‘secessione’
‘Via da Cremona, con noi Lodi e Treviglio’

Nuove Province, Crema con Lodi e via da Cremona. Chiaro, inoltre, che di una aggregazione con Mantova il Cremasco non vuol sentir parlare. Un emendamento, tre righe, e la linea di Agostino Alloni passa a maggioranza. Il consiglio di Crema, con l’ordine del giorno approvato in sala degli Ostaggi, chiederà al Cal, oltre che a chi ha competenza in materia di riordino dei territori provinciali, di essere aggregato al lodigiano e di avere “la possibilità di aggregare territori diversi da quelli definiti degli attuali confini”. Si legga il Trevigliese.

«Le legge parla di riordino e quindi ci si presenta una occasione più unica che rara per rivedere i confini, per guardare avanti e unire il Cremasco col Lodigiano e il Trevigliese. E non diciamo che Treviglio non è d’accordo prima di chiederglielo. Io comunque non condivido questo ordine del giorno e anche se sarà votato, in Regione porterò la mia proposta», ha affermato Alloni.

Uno scatto in avanti all’ultimo momento, con un emendamento che sembrava inizialmente essere sostenuto dal solo Alloni che però alla fine ha trovato l’appoggio prima del consigliere di Solo Cose Buone per Crema, Tino Arpini, e di seguito oltre che dal Pd, anche dagli altri esponenti di maggioranza, fatto salvo per il consigliere Emanuele Coti Zelati di Sel e il sindaco Stefania Bonaldi che  sono astenuti. Fuori dall’aula, in quanto contrari all’emendamento i consiglieri del Pdl, Laura Zanibelli e Simone Beretta.

Favorevole anche il consigliere della Lega Nord, l’onorevole Alberto Torazzi, che durante tutta la seduta ha portato avanti uno stretto colloquio con Alloni. Una posizione quella di Torazzi che non rispecchia la linea del Carroccio di Crema, che al contrario vorrebbe una Provincia, Cremona Lodi. In un comunicato infatti la sezione di Crema, afferma di ritenere l’ipotesi di una nuova Provincia formata dal Cremasco, Lodigiano, Bassa Bergamasca e parte del milanese, “impraticabile sotto il profilo legislativo e irrealizzabile sotto quello politico e amministrativo”.

Una lunga discussione aveva caratterizzato la mattinata alla quale avevano preso parte anche il presidente della Provincia, Massimiliano Salini, i sindaci del territorio, i parlamentari Cinzia Fontana e Luciano Pizzetti, l’assessore regionale Gianni Rossoni e molti rappresentanti della parti sindacali e delle associazioni di categoria.

L’idea portata avanti da Agostino Alloni di proporre un riordino che rivedesse anche i confini dell’attuale Provincia, aveva trovato un muro da parte del presidente Salini: «E’ paradossale che un consigliere regionale dica che qualunque sarà il voto del consiglio lui porterà avanti la sua proposta in Regione. Lui rappresenta un territorio», ha esordito Salini ribadendo la necessità di non dividere il territorio. «E’ questo che ci è stato chiesto dalle categorie e dai sindaci».

Anche l’onorevole Pizzetti si è detto contrario ad una divisione del territorio. Secondo il deputato cremonese non verrà data alcuna deroga a Mantova che sarà poi accorpata a Cremona e Lodi. Così come ha incontrato, al momento del voto, il no del Pdl. Fuori dall’aula anche i consiglieri della Federazione della Sinistra, Mario Lottaroli e Piergiuseppe Bettenzoli, contrari in toto a questa legge.

Confini a parte, a preoccupare maggiormente sindaci e istituzioni cremasche è comunque la questione relativa ai servizi e alla funzioni che dalla Provincia dovranno passare o alla Regione oppure ai Comuni. Un problema non secondario visto che la mancanza di risorse da parte dei comuni e la complessità delle competenze potrà causare un impoverimento dei servizi ai cittadini, se trasferiti ai singoli comuni.

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