Cronaca

Vacanze in Albania? Sì, ma volontari
quindici ragazzi partono con Caritas
e raccontano l’esperienza dell’estate

Dieci giorni, venticinque volontari tra 18 e 27 anni e la voglia di dare una mano a chi ne ha davvero bisogno. Inizia così il campo organizzato da Caritas in Albania, una “vacanza” diversa, in cui alcuni ragazzi cremaschi hanno preferito a spiagge assolate e gite in montagna il paesaggio aspro dell’Albania, lasciando a casa le comodità  di tutti i giorni per immergersi in una povertà spesso nominata ma mai toccata con mano. Per molti la prima esperienza, per altri l’occasione di tornare in un mondo già incontrato una volta con la voglia di approfondire, conoscere da vicino una realtà

DIECI GIORNI DA VOLONTARI

I ragazzi sono stati suddivisi in tre gruppi destinati all’animazione per bambini nella parrocchia di Arre Madhe, a Scutari, assistenza ai ragazzi disabili presso le suore di Madre Teresa di Calcutta e attività per bambini e adolescenti nella parrocchia di Bajze. Prima di partire i ragazzi hanno seguito un corso di formazione per approcciarsi alla cultura del posto. “L’obbiettivo principale era creare un ponte con le “chiese sorelle” albanesi, provate dalla povertà – spiega Fabrizio Motta, responsabile del gruppo cremasco attivo a Bajza – Nella formazione con gli adolescenti abbiamo cercato di lasciare loro oltre alla nostra amicizia del materiale concreto da poter utilizzare per continuare le attività di animazione dedicate ai bambini”. I contatti verranno mantenuti anche durante il resto dell’anno attraverso lo scambio di proposte per il sostegno delle attività parrocchiali in loco. Il successo maturato da questa esperienza ha già fatto pensare ad un nuovo progetto legato al mondo della disabilità e della formazione per adolescenti.

“DAL BENE NASCE IL MEGLIO”

“Ho imparato che sette giorni sono sufficienti per guardare le cose da una diversa prospettiva, basta andare nel posto giusto – racconta Marta Spoldi di ritorno da  Bajze. Un angolo di mondo con qualche casa, campi di sterpaglie e poco altro, tenuto in vita da tre suore instancabili, un prete e una cinquantina di bambini. “Ho imparato a non dare per scontate le possibilità che noi ragazzi abbiamo qui in Italia – continua Marta – Soprattutto noi ragazze possiamo vestirci come ci pare, uscire quando, dove e con chi vogliamo; possiamo proseguire gli studi se lo desideriamo oppure cercarci un lavoro”. Un impatto culturale che ha lasciato un segno indelebile nella quotidianità dei giovani cremaschi grazie alla voglia di sciogliere i pregiudizi e mettersi in discussione, a confronto con una realtà tanto diversa quanto difficile “per quello che ti danno dei bambini che non sono abituati a ricevere attenzioni, e i ragazzi che ci hanno aiutato nel ruolo di animatori; da tutto questo ho capito che dal bene nasce il meglio”.

“VISTO? QUESTA E’ L’ALBANIA!”

Bajza: un piccolo paese a nord, al confine col Montenegro. L’unica strada asfaltata è la via del centro, dove c’è qualche bar e supermercato. Le altre vie sono sterrate e piene di buche, ogni casa ha nel giardino mucche, capre, maiali.
Niccolò Rocco racconta la propria esperienza: “Ogni mattina, divisi a gruppi, andavamo nei vari villaggi. Il centro del villaggio era una chiesa molto povera, dove organizzavamo le attività. I bambini erano entusiasti, per loro era una novità; eravamo affiancati da ragazzi albanesi tra i 16 e i 20 anni che ci aiutavano nelle traduzioni. La maggior parte di questi ragazzi va a scuola, ma non ha molte aspettative per il futuro.”
Manca il lavoro, le università sono distanti e costano troppo. I pochi che ne hanno la possibilità cercano di venire in Italia, sanno di essere in un posto povero e dove le ingiustizie sono molte. Ancora più difficile la condizione delle ragazze: “Escono solo per andare a scuola, per comprare i vestiti, per andare a messa e per le attività organizzate dalla chiesa – spiega Niccolò – Devono chiedere, per qualunque cosa, il permesso al papà o ai fratelli maschi. Una frase che non dimenticherò e che frequentemente dicevano è “Visto? Questa è l’Albania!”. Una volta tornati in Italia, la nostalgia è stata stemperata nei ricordi e nelle nuove amicizie, che grazie alle moderne tecnologie si manterranno anche a distanza in attesa di una nuova partenza.

“LA GIOIA DI RENDERSI UTILI”

“Non avevo aspettative sulla situazione che avrei trovato, ma sulla mia capacità di offrire ai ragazzi che avrei conosciuto la possibilità di divertirsi per alleviare, almeno per qualche giorno, le difficoltà con cui convivono. L’ho fatto perché ritenevo questa azione bella e giusta allo stesso tempo, considerando il fatto di donare gratuitamente le proprie energie ed il proprio tempo a chi si ritiene ne abbia bisogno come una delle azioni più realizzanti”. A parlare è Jacopo Bassi, già alla seconda esperienza in Albania.
Anche nel suo caso il contatto con la popolazione albanese è stato intenso: “Si riesce a percepire il reale significato della povertà: mancanza di lavoro, di strutture e di regole, con scene divertenti e al tempo stesso inquietanti, come bambini di 10 anni che guidavano le auto dei padri, e degli oggetti che fanno le comodità del mondo occidentale”.  Dal campo in Albania Jacopo ha portato con sé la felicità di essersi reso utile, dove sorrisi e ringraziamenti dei bambini testimoniano la bontà del lavoro svolto. Rimane anche per lui la commozione per la calorosa accoglienza degli albanesi, e la riconoscenza per gli aiuti ricevuti dalle persone del posto: “L’ultimo giorno di campo tre bambini con cui avevo particolarmente legato mi riempirono di regalini come segno di gratitudine e affetto, per non aver fatto altro che divertirmi con loro per due settimane. La loro generosità, il sacrificio che le loro famiglie avevano sostenuto nel nome di un principio per loro sacro come quello della riconoscenza, i loro volti terrorizzati dal fatto che il ragazzo italiano – benestante per eccellenza – potesse non gradire il pensiero e le lacrime di felicità che mi bagnavano gli occhi formano uno dei momenti più belli della mia vita”

Lidia Gallanti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...