Tribunale,
Sel in disaccordo
con Pizzetti
Egr. Direttore,
in un recente intervento, il Deputato cremonese On. Luciano Pizzetti ha definito la scelta di chiudere il Tribunale di Crema come un atto di buona politica.
Caro Luciano, non sono d’accordo. Per una questione di merito e di metodo.
Il merito: il Tribunale cremasco svolge un servizio efficiente in un territorio che, per fortuna, vede ancora una notevole presenza di attività economiche e produttive; nessuno ha dimostrato che la sua chiusura comporta degli effettivi risparmi (a Cremona bisognerà recuperare una sede e risorse per l’accorpamento); è certo invece che cittadini ed imprese cremasche avranno disagi e ulteriori costi, diretti e indiretti, da sobbarcarsi; tale scelta comporterà un significativo utilizzo di uomini e di mezzi delle forze dell’ordine del cremasco per i servizi di scorta degli imputati, a discapito dei servizi di controllo e prevenzione dei reati.
Il metodo:come dice Pizzetti (ma cosa è stato fatto da parte dei gruppi parlamentari per cambiare tale scelta?) andrebbero definiti prima i nuovi assetti territoriali (revisione delle province) e in seguito organizzata la fornitura dei servizi ai nuovi territori; la motivazione che il nostro tribunale è stato concepito quando ci si spostava con le carrozze non regge: l’attuale edificio è stato voluto e costruito negli anni ’80 con autovetture a disposizione di tutti e strade asfaltate; e inoltre si dimenticano le battaglie fatte, e spesso vinte, dall’area progressista del nostro Paese a favore del decentramento dei servizi?: per me avevano e hanno ancora un grande valore e sono sinonimo di progresso, diritti e qualità del nostro vivere civile; con questo metodo, dopo il tribunale, è quasi certo che possano essere messi in discussione altri presìdi e servizi presenti nel cremasco.
Questa per me non è buona politica. Come non lo è l’aver lasciato praticamente soli il Sindaco e il Consiglio Comunale di Crema in questa giusta rivendicazione basata, tra l’altro, su una proposta alternativa, questa si riformista, che il PD non ha voluto seriamente prendere in considerazione.
Parlo del PD perchè è il soggetto che mi interessa, con cui ci apprestiamo a presentare un’alleanza per il prossimo governo del Paese. Una proposta di governo che, come dicono Bersani e Vendola, sappia sconfiggere i facili populismi ma che sia anche profondamente diversa nelle scelte tecnocrate, ma comunque politiche, che stanno colpendo cittadini e territori.
Se è vero che la crisi c’è, ed è grave, sappiamo anche che le risorse necessarie per affrontarla non sono sparite, sono allocate da altra parte. Ed è compito del prossimo Governo e Parlamento, insieme al necessario taglio di sprechi e privilegi, avere le capacità di andare a recuperale, per dare così una speranza di rilancio all’Italia, all’Europa.
Questa per noi è la buona politica, non il taglio di servizi, tra l’altro efficienti.
Cordiali saluti.
Franco Bordo
Sinistra Ecologia Libertà