Cronaca

La crisi colpisce anche via Verdi
affari in calo nonostante i saldi estivi
aumentano plateatico e concorrenza

Anche in via Verdi la crisi si fa sentire. Il mercato coperto, tempio delle grandi occasioni, accusa il colpo della recessione: il viavai non manca, ma nonostante offertissime e prezzi stracciati il cliente ci pensa due volte prima di aprire il portafogli. Non va meglio per i banchi di latticini, salumi, frutta e verdura. Nonostante l’estate richieda cibi freschi le vendite sono comunque in calo: la nota positiva è che i cremaschi non rinunciano a prodotti di qualità, tuttavia cala la quantità e la frequenza dell’acquisto. Dal canto loro, i commercianti alzano le spalle e si accontentano della modesta ma costante risposta dei cremaschi, continuando con passione un lavoro che in città suona quasi come un’istituzione.

PLATEATICO, QUANTO CI COSTI!

Per occupare una piazzola di vendita sotto il mercato coperto di Crema ogni ambulante spende annualmente dai 2 mila ai 3 mila euro. La cifra sale per i commercianti di alimentari, che necessitano di elettricità e acqua per mantenere freschi i prodotti, bollette che variano a seconda del consumo ma che incidono in maniera decisiva. La lista delle spese da sostenere non finisce qui, se si considera che ogni ambulante frequenta abitualmente due o tre mercati in Comuni diversi. Nonostante il costo di occupazione del plateatico cremasco sia rimasto costante, gli ambulanti si trovano a fare i conti ogni anno con l’adeguamento Istat, sempre in ascesa.

UN AMBULANTE SU TRE E’ STRANIERO

Cresce la presenza di ambulanti stranieri, quasi un terzo dei 140 commercianti che lavorano sotto le pensiline di via Verdi. La maggioranza è di origine asiatica, un’incidenza dovuta ad un sistema ben organizzato che vede i grossisti orientali come principali acquirenti delle piazzole, poi cedute ai commercianti al dettaglio con il vincolo di vendere i loro prodotti. I prezzi risultano in genere più bassi rispetto ai banchi italiani permettendo talvolta un incasso totale maggiore, senza le spese di plateatico corrisposte dai  grossisti. Negli ultimi anni si rileva inoltre l’aumento di venditori di origine nordafricana, complici forse le rivoluzioni della “primavera araba” che hanno mobilitato buona parte della popolazione egiziana, marocchina e libica.

 

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