Provano a truffare due anziani,
la polizia interviene
e ferma due nomadi
Si presentano a casa di due anziani e con una scusa si fanno aprire, ma uno dei due si insospettisce e chiama la polizia. E’ successo ieri pomeriggio in centro città: due nomadi di origine italiana si sono presentate a casa di due anziani fratelli residenti in centro e si sono introdotte nell’abitazione con una scusa. Una volta entrate nell’appartamento hanno finto di conoscere bene i padroni di casa e hanno iniziato a conversare con la donna. Il fratello, insospettitosi per la presenza delle due ragazze e per il loro comportamento, ha chiamato, non visto il 113, riferendo la situazione. Nel frattempo una delle due chiedeva di poter usare il bagno ottenendo un no dal padrone di casa timoroso di poter essere derubato e in attesa dell’arrivo della polizia. Una volta sul posto gli agenti hanno preso in consegna le due ragazze L.M. di 32 anni e L.S. di 23, entrambe domiciliate in Treviglio, e le ha condotte in commissariato dove, dopo gli accertamenti che hanno portata a galla i loro numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, è stato avviato il procedimento per il rimpatrio con foglio di via obbligatorio e il divieto di ritorno in Crema mentre i due anziani sporgevano la querela per il tentativo di furto. Fortunatamente la scaltrezza dell’uomo ha evitato danni patrimoniali alla coppia.
Un avvertimento a tutti arriva dal vicequestore Daniel Segre che raccomanda «di non aprire mai la porta a sconosciuti, neppure se vestono un uniforme o dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità e, nel dubbio, di chiamare sempre i numeri di emergenza 113 e 112. Ai parenti di persone anziane si suggerisce di farsi sentire spesso e di interessarsi quotidianamente di loro, raccomandando sempre la massima prudenza. Anche se non lo chiedono, gli anziani hanno sempre bisogno dell’aiuto dei parenti più giovani! Lo stesso vale per i vicini di casa: chi abita vicino ad anziani, soprattutto d’estate, è bene che scambi sempre quattro chiacchiere con loro, per farli sentire meno soli e per fargli capire di avere un punto di riferimento a cui rivolgersi se dovessero capitare situazioni sospette».
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