Il nuovo depuratore industriale preoccupa
e via Colombo lancia la raccolta firme
per sollecitare la riqualificazione
La riqualificazione di via Colombo non parte, e i residenti lanciano la raccolta firme. A una decina di giorni dalla messa in funzione del nuovo depuratore chimico-fisico sale la preoccupazione dei cittadini in merito alla sicurezza della zona residenziale, che si accompagna al timore che non vi siano abbastanza fondi da destinare al progetto inizialmente approvato, rimandando a tempi incerti la soluzione del problema. “La raccolta firme appena iniziata è il modo di esprimere il nostro sdegno – commenta uno dei promotori – Vogliamo farci sentire e chiedere al sindaco come stanno le cose, visto che il nostro consenso alla posa del depuratore chimico era stato dato a condizioni ben precise che non sono state rispettate”.
LA SITUAZIONE DI VIA COLOMBO
Gli abitanti di via Colombo avevano già avuto qualche problema con il trasporto di rifiuti presso il punto di smaltimento poiché spesso il viavai di mezzi carichi lasciava dietro di sé qualche resto di materiale da smaltire; stando a quanto dicono i residenti, per l’impianto di smaltimento rifiuti era in programma ancora una decina di anni fa lo spostamento nei pressi della frazione di San Michele, soluzione che però non è mai stata attuata. I problemi aumentano con il nuovo depuratore industriale, che comporterà l’afflusso in zona residenziale di mezzi pesanti carichi di sostanze potenzialmente nocive.
LO STATO DEI LAVORI
Per ora l’unica opera realizzata è la rotatoria tra via Visconti e via Colombo, indispensabile per il passaggio delle autobotti, mentre dei progetti di riqualificazione e completamento del nuovo percorso viabilistico non si sa ancora nulla. Le autobotti cariche di reflui chimici saranno costrette a transitare, almeno per il primo periodo, sul tratto di strada che porta alle abitazioni. “Ci sentiamo offesi per la mancanza delle promesse fatte a suo tempo e non mantenute e oltremodo presi in giro per esser stati informati solo dalla stampa locale e non dalle istituzioni preposte come il buon senso vorrebbe”, così si legge dal comunicato diffuso dai residenti, che ora intendono mobilitarsi per chiedere chiarezza e risposte.
l.g.
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