Diritto alla disconnessione
extra lavoro: focus a Crema
Una proposta di legge volta a richiedere il diritto di disconnessione dagli orari extralavorativi. Hanno parlato di questo in sala ricevimenti a Crema, l’associazione romana “Associata”, insieme ai Giovani Democratici di Cremona.
La questione è diventata piuttosto sensibile durante il periodo Covid, a causa del senso di colpa, soprattutto da parte dei più giovani, nel non rispondere a tutte le chiamate, e di non essere reperibili h24.
Secondo un sondaggio di Eurofound, l’80% dei lavoratori ricevono messaggi e chiamate fuori dagli orari di lavoro, e i più ricercati sono proprio i ragazzi giovani.
“Questo meccanismo di colpa nasce dalla mentalità del “più lavoro e meglio è” – ha spiegato il responsabile dei Giovani Democratici di Cremona Matteo Cigognini – spinto dalle difficoltà di trovare un impiego con semplicità, accettando dunque ogni condizione”.
Il diritto alla disconnessione, invece, serve proprio a tutelare le ore extralavorative, che spesso vengono invase da richieste professionali. L’elemento fondamentale, però, è che le ore in più di lavoro devono essere retribuite, e non sempre questa condizione si verifica.
Tra i temi più discussi c’è anche quello dello Smart Working, che negli ultimi anni sta creando pareri contrastanti all’interno dei luoghi di lavoro.
“Lo Smart working rientra nella contrattazione di secondo livello – spiega Elena Curci, segretaria Cgil – ma diventa una forma di ricatto perché esistono i responsabili che si oppongono anche quando si ha il diritto di poterlo fare. Qualcuno pensa che lo Smart working sia conciliazione con vita privata e lavorativa: chi lo effettua, invece sa perfettamente che quando sei connesso e concentrato sul pc non pensi alle altre cose”.