Calo forza lavoro, Falanga:
"Il 23% dei giovani sono Neet"
Il rischio di spopolamento della fascia giovanile in età da lavoro, annunciato dalla Cgia di Mestre, preoccupa non poco le associaizoni di categoria, considerando che il fenomeno è già in atto da tempo e crea tuttora difficoltà alle imprese nel reperire la forza lavoro. Ma cosa sta succedendo? Ne abbiamo parlato con Massimiliano Falanga, direttore dell’Associazione Industriali.
“Facciamo una premessa: un anno fa la popolazione della terra ha raggiunto gli 8 miliardi di individui, mentre negli anni 20 eravamo 2 miliardi. C’è quindi stata una crescita, ma solo in alcuni Paesi. In Italia ed Europa il trend è stato opposto. Basti pensare che ogni donna ha una media di solo 1,24 figli. Inoltre l’Italia dagli attuali 59 milioni passerà a 51 nrel 2050″ spiega.
I dati della Cgia, per Falanga, vanno valutati sotto due diversi punti di vista. “Da un lato c’è il cosiddetto inverno demografico” spiega. “Cala la natalità, aumentano gli anziani, e questo sotto un certo punto di vista è positivo perché aumentano le aspettative di vita. Ma mancano giovani. Tanto che i baby boomer cercano di uscire il più tardi piossibile dal mercato di lavoro. Dal canto loro, le aziende faticano a trovare personale, anche perché oggi molti giovani si avvicinano poco a questo mercato, fanno scelte lontane da determinati mestieri”.
Non è tutto: c’è un dato emblematico, che riguarda anche il nostro territorio: “Sta crescendo il numero dei cosiddetti Neet, ossia persone che rimangono inattive e restano fuori dal mondo della formazione e del lavoro: sul nostro territorio sono il 23% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni” evidenzia Falanga.
Come intervenire dunque, per invertire la tendenza? Secondo il direttore degli Industriali, le azioni possibili sono molteplici. A partire da “una promozione della genitorialità, con la conciliazione dei tempi di famiglia e di lavoro” spiega. “C’è un tema di attrattività dei territori, di rebranding di quello che viene offerto, c’è un tema di costi. Confindustria ha detto, tanto tempo fa, che è necessario intervenire sul cuneo fiscale, favorendo la detassazione dei salari per consentire un miglior sostentamento dei costi della vita a chi vuole avere una famiglia numerosa”.
Ma c’è anche un altro tema importante, per trovare soluzioni nel breve periodo: quello della gestione dei flussi migratori,che possono andare a sostenere la richiesta di lavoratori da parte delle aziende, “attraverso percorsi di formazione e alfabetizzazione di chi può arrivare nei nostri territori e avere opportunità occupazionali” conclude Falanga.
Laura Bosio