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Lions: Andrea Devincenzi
e i limiti che si superano

Era l’anno dei mondiali italiani e le notti magiche di Totò Schillaci erano da poco passate: Andrea Devincenzi, giovane cremonese con la passione per la moto, ha un tremendo incidente a seguito del quale perde una gamba, ma non l’amore per la vita.

Riesce a trovare in se stesso la forza e il desiderio di continuare, diventando, oggi, un esempio per i giovani. Ieri sera, nell’intermeeting dei Lions del territorio, ha raccontato la sua seconda vita con una sola gamba, le esperienze straordinarie di atleta paralimpico e il messaggio per i giovani: “Credere nell’impossibile”.

Introdotto da Riccardo Murabito, neo presidente del Lions Club Crema Duomo oltre le mura, la serata ha visto la partecipazione dei rappresentanti territoriali del Lions International, dei Lions Club Soncino, Pandino Gera d’Adda Viscontea, Crema Gerundo, Crema Serenissima, Castelleone e dei giovani del Leo Crema: insieme per unire le forze e sostenere i progetti promossi dallo stesso Andrea Devincenzi, tra cui l’ultimo, che lo vedrà impegnato in sella alla sua bici, nuovamente in Islanda, questa volta con dieci studenti dell’Istituto tecnico economico “Tosi” di Busto Arsizio, per “Oltre l’impossibile”.

Un viaggio che coinvolge “giovani che si mettono in gioco in un percorso di formazione, per creare il team – ha detto Devincenzi – che si occuperà del viaggio, dalla logistica alle stoviglie e al percorso, documentando il tutto in un video”. Oggi Devincenzi si occupa di formazione esperienziale ed è un performance coach, con la mission di supportare le persone nella riscoperta delle loro risorse per trasferirle nella vita e nelle attività di tutti i giorni.

Dopo lo sconforto iniziale seguito all’incidente, Andrea trova la forza fisica e mentale per mettersi in piedi su una gamba, inizia a fare sport, in primis la canoa, poi bici e nuoto, ma anche a studiare, collezionando traguardi straordinari: primo amputato di gamba della storia a raggiungere in bici i 5602 metri del Kardlungla in India, l’Olimpiade delle Randonnèe (la Parigi-Brest-Parigi), bronzo ai Campionati Europei di Paratriathlon in Israele e con la maglia azzurra, argento ai campionati europei del 2013 in Turchia.

Al 2016 in Perù risale la prima avventura in solitaria, per i 1200 chilometri in sella alla bici fino a raggiungere il sito archeologico di Machu Picchu. Nel 2018 fonda la DueDue srl, azienda dedicata alla produzione di ausili medici per migliorare non solo le performance sportive delle persone con disabilità: “Mi manca la gamba dal ’90: a quel tempo non c’era nessuna idea per un mondo normale per me, con davanti barriere fisiche e mentali, oltre a pensieri negativi che ti portano indietro; ma poi è scattato qualcosa – ha detto Devincenzi alla platea – ed ora il mio obiettivo è quello di portare le persone a vivere le giornate al cento per cento”.

Si definisce, scherzando, “atleta con una sola gamba e qualche rotella in meno” e parla con passione del nuovo progetto quinquennale avviato nel 2022: la realizzazione di 5 imprese sportive, raccontate poi in 5 libri e 5 docufilm, con la collaborazione di sponsor e di un team di persone che lo segue. Due anni fa il primo viaggio, la circumnavigazione dell’Islanda, per oltre 2000 chilometri in bici, descritto nel video “l’Islanda su di un pedale”. Tutto questo per dire che la determinazione e la volontà sono fondamentali per raggiungere obiettivi ritenuti, a prima vista, impossibili, cercando ogni volta di andare oltre i limiti.

Lo scorso anno, dal 15 giugno al 5 luglio, “Crossoling the North in solitaria”, tra Finlandia, Svezia e Norvegia: una gamba, una bici con 25 chili di materiale da trasportare, dei quali ben 6 apparecchiature elettroniche, fotocamere e droni. La prossima avventura negli Stati Uniti, assieme ad un ragazzo di 21 ed uno di 24 anni. Per ora le avventure in solitaria si mettono da parte, per scrivere un nuovo capitolo del suo viaggio, anche se le esperienze in solitaria sono state molto formative: “Lo scorso anno la relazione importante con la mia solitudine ed i miei pensieri è stata determinante” – dice Devincenzi, concludendo il suo intervento –“perché farmi domande e darmi risposte mi ha portato a superare la mia disabilità”.

Ilario Grazioso

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