Politica

Ponte Cadorna, la richiesta di
Beretta: "Ristori ai cittadini"

Un Simone Beretta sempre in punta di fioretto, ha commentato, con la solita franchezza, la situazione relativa al Ponte Cadorna, unendosi al coro delle accuse contro la Giunta Comunale per la scelta di chiudere l’infrastruttura, e cercando di proporre quantomeno un risarcimento non solo ai ristori, ma anche ai cittadini di quella zona che, secondo il consigliere comunale di Italia Viva, saranno soggetti a stress e costi in eccesso a causa della modifica dei percorsi verso il centro città, o per uscire verso Milano e dintorni.

“Io credo che sul ponte di via Cadorna manchi la volontà di essere semplici ricostruendo le cose per quelle che sono – spiega Beretta – Ora ci si mette anche “uno” delle Belle Arti (Barzucca n.d.r) a spiegarci l’ovvietà che un ponte in ferro vecchio di oltre cento anni è sotto tutela dei Beni architettonici, cosa che nessuno ha mai messo in discussione. Il tema è sempre stato questo: proprio perché il ponte va strutturalmente rafforzato, per essere messo in sicurezza, andava da subito realizzato un terzo ponte nuovo o un ponte provvisorio al fine di non creare sofferenze, costi e stress ai cittadini.”

L’idea di un ponte provvisorio, dunque, non è mai stata realmente presa in considerazione. Questa, secondo Beretta, era una delle soluzioni possibili da effettuare nel corso di questi anni: “Sono passati cinque anni senza che il comune fosse comunque pronto, se necessario, per lo meno ad un ponte provvisorio. Quantomeno a giustificare che neppure un ponte provvisorio fosse possibile cantierizzarlo. Di questo si tratta, di null’altro; creare le condizioni per arrecare i minori danni possibili a chi avrà la necessità di usufruire di una struttura strategica come il ponte di via Cadorna”.

In realtà, la possibile sistemazione di un ponte provvisorio era stata sondata, ma non si era trovata la quadra con la ditta appaltatrice. Una narrazione che al politico cremasco non convince: “La prima gara aggiudicata non riteneva necessario un ponte provvisorio garantendo il doppio senso di marcia durante i lavori di riqualificazione e di messa in sicurezza del ponte – spiega il consigliere – Anche qui non ce la raccontano con la semplicità e trasparenza doverosa, quanto necessaria, per farci comprendere il perché non sia stato possibile trovare un punto d’incontro con l’impresa appaltatrice, anche attraverso un impegno finanziario aggiuntivo resosi necessario per l’incremento improvviso dei prezzi determinato da vicende ben note, ed estraneo alla nostra responsabilità. Perché aggiudicarono la gara se l’impresa non è stata in grado di ottemperare agli impegni assunti pur in presenza di un incremento economico da parte del comune?”

Domande retoriche, alle quali segue una riflessione di Beretta piuttosto netta: “Tocca alla politica fissare l’obiettivo e se non sono bastati più di quattro anni per immaginare opzioni alternative al superamento del fiume mentre si realizzeranno i lavori di messa in sicurezza del ponte allora è meglio che si dedichino ad altro. Farebbero meno danni.”

In seguito, la richiesta clou per provare ad alleviare la fatica ai cittadini che non potranno usufruire del ponte: “Hanno almeno fatto il conto di quanti soldi hanno versato negli anni le comunità di S.Bernardino, Vergonzana e Castelnuovo (oltre 6000 abitanti, almeno 2000 famiglie) alle casse comunali? Ristorare chi ha delle attività commerciali ci sta, ma chi ristora tutti gli altri? Va bene, come ho già detto, dare una mano agli esercenti che subiranno danni, ma il problema è di ben altro spessore e riguarda centinaia di migliaia di cittadini che subiranno danni sia economici che di stress psicologico: loro dovrebbero essere remunerati con dei ristori”.

“Mi dispiace ma non è così che si amministra nell’interesse dei cittadini – conclude Beretta – Sarà forse che sindaco, assessori e la stragrande maggioranza dei consiglieri, abitando nell’altra parte della città sono risultati sprovvisti della necessaria sensibilità che gli avrebbe fatto fare scelte diverse. Non lo credo ma questo mi porta a pensare che al peggio non vi è allora limite alcuno.”

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