Cultura

Si è spento a 88 anni Fayer
Artista di statura internazionale
era nato a Ripalta Cremasca
Cabini: “Carlo mi mancherai”

Si è spento stamane a 88 anni Carlo Fayer, uno degli artisti contemporanei più apprezzati. Nato a Ripalta Cremasca nel 1924, Fayer compie gli studi presso l’Accademia di Carrara di Bergamo e, dopo la personale di Crema del 1943, comincia la sua attività espositiva nel dopoguerra. Negli anni entra a far parte del gruppo che ha nella Galleria Cenobio di Milano il suo punti di riferimento e partecipa a manifestazioni internazionali. Le sue mostre sono recensite anche dal Corriere della Sera. Una delle sue massime opere è la vetrata raffiguante le “Nozze di Canaa”, realizzata per la cappella della Pontificia Università Lateranense. Altri suoi lavori si trovano a Madrid, Salamanca, Ferrara, Finale Ligure, oltre che nella nostra provincia. In passato Fayer ha svolto attività didattica anche in alcuni istituti dell’Illinois. Vastissimo il cordoglio in tutto il territorio.

IL RICORDO

La sua ultima mostra, organizzata a Crema e Cremona, sostenuta dal presidente della Fondazione San Domenico Umberto Cabini e dall’attuale consigliere regionale Agostino Alloni, ha riscosso un enorme successo. E fra i primi ad esprimere il proprio cordoglio è Cabini: “Grandissimo artista, grande amico: Carlo mi mancherai” le sue parole diffuse anche via web. Parole molto sentite anche quelle spese da Alloni. “Una persona eticamente e moralmente ineccepibile – osserva il consigliere -. Una di quelle persone che definirei di un tempo, tutte d’un pezzo. Purtroppo l’ho conosciuto tardi, solo una decina d’anni fa. Ricordo che era particolarmente legato alla santella di via Pesadori, da lui dipinta. E mi piace ripensarlo all’energia che metteva in campo in ogni sua iniziativa, coinvolgendo artisti da tutta Europa, come nella settimana dell’arte di Crotta d’Adda. Davvero un grande artista, capace di spaziare dalla pittura, alla scultura”.

MACCALLI: “HO PERSO UN MAESTRO”

“Ho perso un maestro”. L’artista cremasco Gianni Maccalli ricorda con affetto e calore l’amico Carlo Fayer. “Carlo era come un dinosauro, una figura in estinzione che sapeva unire l’identità di artista alla dignità di uomo”. Il ricordo tuttavia rimane dolce, soprattutto quando Gianni ripercorre con la mente i lunghi viaggi fatti con Fayer: “L’automobile diventava il nostro studio, il luogo di un dialogo spontaneo e autentico che univa in modo trasversale le nostre generazioni nell’affrontare le amarezze e le gioie di questa vita, senza mai perdere la voglia di esserci”. La voglia di confronto e di sperimentazione ha sempre contraddistinto l’indole e l’opera di Carlo Fayer, un’attività intensa e in continuo progresso che ha accompagnato il nostro tempo. “Crema ha perso un grande testimone della modernità, un artista autentico che lascia una grande eredità culturale ma che ci mancherà moltissimo”. L’ultimo saluto al maestro sarà dato domattina alle 9 a Ripalta Cremasca.

 

 

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