Cronaca

Maltagliati: “Progetti e relazioni
per plasmare l’integrazione”

Relazioni, progetti e speranze per una sanità più vicina alle persone. Il direttore socio sanitario Maltagliati: “l’integrazione si costruisce giorno dopo giorno”

Percorsi da costruire, legami da tessere, certezze da tramandare. La realizzazione della sanità territoriale nel Cremasco ha ricevuto un forte impulso nell’ultimo biennio. “In conformità a quanto prescritto dalla più recente riforma regionale abbiamo dato il via a progettazioni finalizzate ad un rilancio del binomio ospedale – territorio”. Affinché non rimanesse solo su carta e favorisse l’affermazione di strutture “della comunità, capaci di rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini”.

Per il direttore socio sanitario uscente Diego Maltagliati, la sanità territoriale deve saper stare accanto, assistere o meglio sostenere. Il tentativo in via Gramsci, sede della Casa della comunità e della centrale operativa territoriale, si respira. Avviati in questi giorni, i lavori termineranno nel 2024. Di recente regione ha anche deliberato un finanziamento integrativo di circa 219.700 euro per il superamento delle barriere architettoniche. Uno stabile, quello di via Gramsci che, al netto dei muri rinnovati, intende ospitare un nuovo approccio alla presa in carico, con particolare riguardo alle persone con fragilità. Un modo di valutare i bisogni che accorcia le distanze e valorizza le professionalità. “Le nuove strutture della sanità territoriale sono un luogo da abitare, da vivere e nel quale credere fermamente. In questi due anni abbiamo dato forma ad una rete di relazioni con il Cremasco, con i sindaci, con le associazioni, a partire dall’idea che il lavoro di rete meriti attenzione e fatica. È stato un gioco di incastri prezioso che, a mio avviso, ha consentito di gettare solide basi per il futuro”. In un territorio, quello cremasco, che nel Terzo settore trova sempre linfa preziosa.

Analogo sforzo è stato compiuto in azienda. “Il polo territoriale è fatto di persone che in questi anni hanno dato forma ad una sanità di prossimità mettendosi in gioco, imparando, collaborando, riempiendo di competenza ed entusiasmo muri datati. Lo sforzo da parte nostra è stato quello di promuovere nuove modalità di fare rete, di connettere competenze per generare legami efficienti, a beneficio di tutta la collettività, anche garantendo nuovi innesti. Un percorso questo, che merita di continuare”.

Positivo per l’attuale direttore sociosanitario anche “il rilancio del presidio santa Marta con una connotazione ben delineata e ben radicata: la vocazione riabilitativa di questa struttura”. Non un mondo a sé, ma un presidio che nel suo essere ben caratterizzato ed in piena integrazione con gli altri presidi aziendali, rende concreta la possibilità di una presa in carico globale e al quale, di recente, in particolare per l’area dedicata alla riabilitazione delle dipendenze, sono stati destinati da regione 2 milioni e 715 mila euro per adeguamento strutturali ed impiantistici.

Degna di nota, infine, la riorganizzazione del Dipartimento di salute mentale, disabilità e dipendenze, facente capo a Virginio Salvi e la consegna alla città di un progetto che vedrà entro il 2025 la realizzazione di una palazzina per la riabilitazione psichica integrata. Struttura che andrà ad ospitare Comunità riabilitativa ad alta assistenza, centro diurno e centro psicosociale. In via Teresine troveranno invece spazio la neuropsichiatria infantile e il Serd (Servizio dipendenze) per un progetto che cuba complessivamente 7 milioni e 750 mila euro.

Maltagliati non tace il rammarico. “Sulla disabilità avremmo dovuto fare di più, con la creazione di percorsi di presa in carico strutturati ed adeguati alle esigenze e alle peculiarità di tutti. La strada è tracciata, qualche seme è stato gettato, ma per dare forma all’inclusione la strada è ancora lunga”. Per la strada percorsa fino a qui, invece, il direttore sociosanitario vuole ringraziare “tutti i collaboratori ed i professionisti del polo territoriale e della direzione strategica che in questo tempo hanno lavorato, persone alle quali mi lega una profonda stima umana, prima che professionale”.

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