Cronaca

Crema, serata emozionante in comune
grazie alla conoscenza dei siblings

Al comune di Crema si è svolta una serata emozionante per dare voce ai fratelli e sorelli di persone affetti da disabilità

Una prima azione del progetto “Lascia che sia: dalla paura di cadere alla voglia di volare” è andata in scena nella serata di martedì 17 ottobre, nella sala dei Ricevimenti del Comune. “Se mi guardi vedo meglio – Il mondo dei siblings” con l’intervento dell’attore Nicola Cazzalini, ha visto al tavolo dei relatori la psicoterapeuta Chiara Maccalli del Consultorio diocesano Insieme, Daniela Martinenghi di Anffas Aps e Monica Antonelli, fotografa che ha curato il volume di testimonianze “Anche io… con te” prodotto da Anffas Crema per raccontare e comprendere i vissuti dei siblings, i fratelli e le sorelle delle persone con disabilità.

Dodici storie vere ed emozionanti, che raccontano questo speciale rapporto e anche quello con mamme e papà. “Sono molti i siblings che Anffas ha incontrato da quando s’è costituita a Crema. Spesso lasciati nell’ombra. Abbiamo voluto dar loro la possibilità di raccontarsi liberamente, senza paura di essere giudicati. Situazioni diverse, con in comune la forza e il coraggio di vivere la loro storia complicata accanto a fratelli e sorelle che hanno richiesto molto impegno, ma sempre ricambiato con l’affetto che solo loro sanno dare”, ha introdotto Martinenghi. Quattro le storie presentate l’altra sera a una folta platea, emozionanti fino alle lacrime, tra visite in ospedale, affanni, sofferenze, ma anche gioie e grandi traguardi.

Un libro che servirà a tutti noi – ha affermato la curatrice di testi e immagini, Antonelli –. Ciascuno di noi può trarre insegnamenti da queste testimonianze. L’idea è stata di farsi raccontare dai siblings la loro versione della storia, non edulcorata, ma totalmente vera. Per me è stato un confronto con persone dalla forte sensibilità, che mi ha aperto il cuore e la mente sul fronte della disabilità. Persone che, in alcuni casi, hanno sofferto molto, ma che sonoriuscite (o ci stanno provando),a trovare la propriaserenità e il loro spazio nel mondo”.

Spesso, infatti, i siblings sono in bilico tra l’essere un bravo figlio e un buon fratello e il senso di colpa che deriva dal pensiero di staccarsi un passo per trovare spazi propri. Un libro dai contenuti forti, che dona speranza e apre lo sguardo, atteso per Natale. “Essere sibling non è una malattia. Avere un fratello è una condizione di normalità, se però questo ha una disabilità è tutto più difficile e complicato”, ha detto Maccalli, facendo ordine tra i vissuti e le emozioni della serata –  “Chi pensa al fratello o alla sorella di una persona con disabilità? Non viene da pensare a loro. Non subito per lo meno. Chi non l’ha vissuta la disabilità in famiglia, o non si occupa di questo argomento, pensa più ai genitori o alla malattia e crede che i fratelli siano liberi da questa situazione. Non è così, ce lo dicono a gran voce i protagonisti”. “Non importa se il fratello con disabilità è minore o maggiore, “comunque c’è un momento in cui il sibling si accorge che il fratello ha più diritto di lui ad avere cure e attenzioni. Perché è in difficoltà, perché da solo non riesce, perché ha bisogno di visite mediche, di ricoveri che possono portare un genitore, spesso la madre, ad allontanarsi da casa. Giustamente ne è geloso”.

Il titolo dell’incontro era Se mi guardi vedo meglio: “È come se un fratello dicesse: se tu vedi i miei vissuti e li riconosci mi aiuterai a volgere lo sguardo anche sui miei bisogni, a prendermi i miei spazi, ad aiutare gli altri senza perdere me stesso e la mia vita; se invece io rimanessi invisibile, i miei bisogni rimanessero in secondo piano potrei imparare a guardare gli altri, ma non me. Potrei imparare a farmi carico di tante cose senza concedermi il tempo di riposare; oppure potrei allontanarmi, perché sarei troppo arrabbiato”.

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