Arrivano nuovi clamorosi sviluppi
per l’inchiesta sulla discarica
di amianto di Cappella Cantone?
Restano in carcere tutti i protagonisti
– nella foto Nicoli Cristiani e il disegno del progetto di CaveNord
Cosa c’è dietro il “no” del Tribunale del Riesame di Milano all’istanza presentata dall’avvocato Piergiorgio Vittorini con la quale venivano chiesti gli arresti domiciliari per l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani? Perchè restano in carcere anche gli altri due protagonisti della vicenda, il dirigente dell’Arpa Rotondaro e l’imprenditore Pierluca Locatelli, che hanno ammesso le tangenti? La sensazione è che stia per riesplodere la vicenda e i tre vengano tenuti in carcere per evitare l’inquinamento delle prove. Evidentemente, poi, le dichiarazioni finora rese dai tre vengono ritenute “non vere” anche dalla Procura di Milano. Per la terza volta infatti, Franco Nicoli Cristiani si è visto chiudere le porte della sua cella in faccia. Resterà a San Vittore almeno per un altro mese (per i tempi tecnici del ricorso in Cassazione). Il primo a dire “no” era stato il gip di Brescia, poi quello di Milano e adesso il tribunale del riesame. Stesso trattamento per l’imprenditore Pierluca Locatelli, che rimarrà in carcere malgrado abbia subito ammesso la mazzetta a Nicoli e il giro di tangenti per ottenere le autorizzazioni regionali alla cava di Cappella Cantone. Ne sono girate altre? E a chi? Anche Giuseppe Rotondaro, il funzionario dell’Arpa che ha fatto da intermediario, rimarrà nel carcere di Cremona. Si saprà qualcosa di più tra un paio di settimane quando arriveranno le motivazioni del rigetto dei giudici milanesi. Sicuramente non ha giovato l’atteggiamento tenuto da Nicoli Cristiani lo scorso 4 gennaio durante l’interrogatorio: “Non ho preso soldi per la discarica di Cappella Cantone”, ha detto. Arrestato durante un blitz all’alba del 30 novembre, Nicoli è accusato di avere intascato una tangente di 100mila euro, consegnatagli da Locatelli per «accelerare le autorizzazioni per la cava di Cappella Cantone nel Cremonese» da trasformare in discarica d’amianto. Destino comune per lo stesso Locatelli che, al contrario dell’ex assessore regionale all’Ambiente, non solo ha ammesso di aver «pagato» ma ha pure confessato che entro Natale avrebbe dovuto liquidare la seconda trance della tangente, altri 100 mila euro da consegnare a Nicoli Cristiani. Ma evidentemente c’è dell’altro.
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