Cronaca

Pua, il servizio della Casa
di comunità per i più fragili

A Crema ha preso il via il Pua, servizio della casa di comunità che soddisfa i bisogni delle persone con fragilità

Un servizio importante per la città, per avvicinarsi sempre più alle esigenze dei cittadini nel campo sanitario. Questo lo spirito con cui nasce l’idea e la realizzazione del Punto Unico di Accesso della Casa di Comunità di via Gramsci a Crema.

Il Pua rappresenta infatti la vera e propria porta d’ingresso della Casa di comunità, un bancone verde dietro al quale lavora un gruppo multiprofessionale pronto ad ascoltare ed accogliere le persone e di conseguenza i loro bisogni socio sanitari, un punto di incontro tra Asst Crema e le differenti associazioni del territorio.

Il progetto ha preso il via a giugno e ha come obiettivo quello di rendersi sempre più efficaci nei confronti delle persone con fragilità, fornendo risposte semplici in un unico luogo.

Il Pua è composto dall’assistente sociale coordinatrice Federica Traspadini e le colleghe Elena Barboni e Valeria Gelera, due figure amministrative Daniela Zignani e Chiara Paladini, un operatore socio sanitario in ingresso con il compito dello smistamento iniziale delle richieste, Abed Ahmad e due Infermieri di famiglia, Elisabetta Riboli e Riccardo Vailati.

Una delle più importanti novità è legata alla riforma sanitaria, con l’introduzione dell’infermiere di famiglia e comunità, che può operare anche in ambito domiciliare, con una preparazione specifica.

Il servizio è disponibile lunedì e mercoledì con orario continuato dalle 8 alle 15, martedì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 12. Il cittadino può accedere direttamente negli orari di apertura o mettendosi in contatto con la struttura. Al Pua possono essere segnalate situazioni meritevoli di valutazione sia da parte dei familiari e caregiver, sia da parte dei servizi sociali territoriali, dei medici di medicina generale o pediatri di libera scelta, degli enti del Terzo settore, delle reti relazionali di riferimento.

In caso di necessità più complesse l’equipe PUA può attivare la valutazione di secondo livello componendo un’equipe multidimensionale in base al bisogno riscontrato. Al termine di questo processo verrà redatta l’ipotesi progettuale più adeguata per la persona.

“Il Pua nasce da un lavoro importante di preparazione – spiega Federica Traspadini – Per il cittadino è un punto d’accoglienza che risponde ai suoi bisogni. Qui trova operatori che definiscono un percorso e accompagnano la persona nel percorso più opportuno. All’interno di questo servizio si fa una valutazione del bisogno attraverso degli step: possono essere bisogni molto semplici, oppure possono richiedere attivazione di interventi anche a livello domiciliare, anche con degli attori diversi. La valutazione può essere fatta o all’interno di questo servizio o a domicilio. L’accesso è libero oppure può contattarci via telefono o mail”.

“Concretamente l’infermiere è presente all’interno del Pua – sottolinea Riccardo Vailati – Siamo Qui per la valutazione dei bisogni sanitari delle persone, con la possibilità di valutazione qui in struttura, mentre un’altra possibilità che abbiamo è quella di andare al domicilio, dove a volte si colgono maggiori aspetti, con la possibilità di un dialogo più approfondito nella realtà di vita della persona, con un altro tipo di valutazione”.

Simone Guarnaccia

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