Economia

Assalzoo, negativo l’anno 2022:
in calo la produzione di mangimi

Nel corso dell'assemblea dell'associazione che riunisce i produttori di mangimi è stato presentato un quadro aggiornato dell'industria mangimistica e, di riflesso, della zootecnia nel nostro paese

La recente Assemblea di Assalzoo, l’associazione che riunisce i produttori di mangimi nazionali aderente a Federalimentare – Confindustria, ha mostrato un quadro aggiornato non solo dell’industria mangimistica ma, di riflesso, anche di quello della zootecnia del nostro paese. Il dato generale più eclatante riguarda la forte contrazione della produzione di mangimi per il comparto avicolo, evidente conseguenza della forte incidenza sull’allevamento della epidemia di influenza aviaria che ha colpito tra la fine del 2021 e la prima metà del 2022 l’area più densamente dedita alla produzione avicola del nostro paese, tra la Lombardia, l’Emilia Romagna ed il Veneto. Al contrario, continua l’espansione della richiesta di alimenti per gli animali domestici: il pet food. Di seguito una sintetica analisi per singolo comparto fornita dal presidente Silvio Ferrari.

Il 2022 per la mangimistica italiana si è chiuso con una produzione complessiva in contrazione. Il dato generale ha segnato un regresso a livello produttivo del 4,3% sull’anno precedente, vale a dire una riduzione di circa 668mila tonnellate. Nella scomposizione del dato complessivo emerge come il settore maggiormente colpito dal rallentamento produttivo sia stato quello avicolo. Un leggera contrazione anche rispetto alla filiera suinicola. Ha registrato una crescita, invece, la filiera bovina. E’ stato buono l’andamento del pet-food ed è ritornato  in positivo il settore dell’acquacoltura dopo un 2021 poco brillante. La contrazione mostrata dalla mangimistica nel 2022 è dipesa quasi interamente dal settore avicolo e, in piccola parte, da quello suino. Questi dati dimostrano il contesto di estrema difficoltà che il settore mangimistico nel complesso è stato costretto ad affrontare. “Pur in un contesto generale molto difficile, l’industria mangimistica mostra forti doti di resilienza, confermandosi anello imprescindibile dell’intera economia zootecnica” ha sottolineato Ferrari.

Filiera avicola. Per il 2022 il canale produttivo dell’avicoltura ha segnato una forte battuta d’arresto, accusando i contraccolpi pesanti correlati alla diffusione dell’influenza aviaria. Il livello di output per i volatili ha fatto un salto indietro del 10,5%, passando da 6.372.000 a 5.705.000 tonnellate (in riduzione rispetto anche al dato del 2020 quando era intorno ai 6 milioni). Il dato è negativo, soprattutto in considerazione del fatto che l’avicoltura rappresenta il comparto leader nella produzione di mangimi, all’interno dei quali ha occupato nel 2022 poco meno del 40% del totale della produzione italiana. In dettaglio tutte le singole specie avicole hanno visto un forte ridimensionamento dei volumi prodotti: polli da carne (-7,5%), galline ovaiole (-9,5%) e altri volatili (-15,7%). Più pesante ancora il dato finale della categoria dei tacchini: qui la riduzione ha raggiunto il 23%, dopo aver conosciuto negli anni precedenti importanti risultati.

Filiera suina. Segno meno anche per l’alimentazione dei suini. Nei dodici mesi del 2022 la suinicoltura ha consumato 4.043 milioni di tonnellate di mangimi con una decrescita minima rispetto all’anno precedente dell’1,4% (erano 4.101.000 t nel 2020). Hanno pesato anche qui i timori per i rischi, per ora fortunatamente evitati, dovuti ad alcuni casi di PSA negli animali selvatici, ma ovviamente anche un mercato internazionale pesante delle carni bovine, anche a causa del venir meno degli sbocchi sul mercato cinese.

Filiera bovina. E’ andata bene invece la produzione di mangimi complementari per bovini. Il comparto dell’alimentazione bovina, destinatario di quasi il 25% della produzione totale di alimenti per animali, ha registrato 3.705.000 tonnellate di mangimi con un rialzo del 1,3%. Nel dettaglio, le vacche da latte, a conferma delle difficoltà del settore, hanno visto il minor incremento (+1,2%), rispetto ai bovini da carne (+1,5%) e ai bufali (+1,5%).

Altre specie animali. Dopo due anni di relativa difficoltà, è tornato un vigoroso segno positivo per il settore dell’acquacoltura che ha segnato un incremento della produzione dell’11,5% per una produzione di 146.000 tonnellate. Tra le altre specie animali si segnalano performance positive per gli ovini e gli equini, oltre il 9% per entrambi. Mentre è continuata la congiuntura negativa per i conigli, in pesante calo anche quest’anno del 9,6%.

Pet food. Si è confermato il momento positivo dell’alimentazione per gli animali domestici, che evidenziano un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente e con 540mila tonnellate di produzione tricolore.

 

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