Cronaca

Tornano ‘I Manifesti’:
giovedì sera Armando Spataro

L’undicesima stagione de I Manifesti di Crema, rassegna proposta dall’associazione culturale Le Muse con il patrocinio del Comune di Crema e della Provincia di Cremona, ed il sostegno di altri sponsor ha aperto ieri sera nel consueto scenario di CremArena con il magistrato Armando Spataro, tornato a Crema per una serata dal tema “Giustizia nella Costituzione”. Nel ricordo dei 75 anni della nostra carta costituzionale, l’appuntamento di ieri sera è stato l’occasione per approfondire argomenti legati al rapporto tra magistratura e politica, ma anche obbligatorietà dell’azione penale, migranti, correnti dell’Associazione Nazionale Magistrali e alcune delle novità contenute nel Ddl Nordio approvato nelle scorse settimane in Consiglio dei ministri.

Essendo la prima di una serie di appuntamenti, a introdurre la serata inaugurale Anna Miranda Maini che con Giovanni Bassi è la mente della manifestazione, e a seguire, i saluti istituzionali dell’assessore Emanuela Nichetti in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Crema, che ha ricordato anche l’impegno del comune nella promozione dello studio della Costituzione nelle scuole visto la presenza del Comitato cittadino e la collaborazione con l’Associazione 25 Aprile di Cremona. Partnership da quest’anno della manifestazione anche la provincia di Cremona, rappresentata dall’assessore Ilaria Dioli, la quale ha parlato di fruibilità della cultura quale atto collettivo, stimolato da iniziative come queste.

Incalzato da Giovanni Bassi, Armando Spataro ha iniziato ricordando la figura di garanzia per i cittadini rappresentata dal magistrato, figura cui si accede per concorso pubblico che ha quale unico riferimento la costituzione e le leggi. L’ex magistrato già procuratore a Torino citando alcune prese di posizione del ministro della giustizia Nordio ha ricordato come la nostra costituzione all’articolo 101, sottolinea come i giudici sono soggetti solo alla legge, per cui sono indifferenti ai programmi dei governi. Spataro rivendica anche la libertà di parola e critica entro però canoni di correttezza e parlando della figura del pubblico ministero osserva che in realtà il nostro sistema giudiziario è visto come “un sistema verso cui tendere”, pure in contesti europei. Per l’ex magistrato, le cosiddette “passerelle”, i passaggi dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa, sono garanzia per i cittadini. Spataro non si sottrae al ragionamento relativo ai contrasti tra magistratura e politica sorti negli anni novanta a seguito di Mani Pulite, quando si cominciò a parlare di “magistratura politicizzata”, contestando però “l’assurda tesi dei giudici accusati di sudditanza verso i pubblici ministeri”. Parlando invece di immigrazione, di legislazione legata alla regolamentazione dei flussi e agli interventi di salvataggio delle Ong, per Spataro si è solito fare ricorso a un concetto abusato, spesso contenuto anche in diversi provvedimenti di legge approvati negli anni: quello di sicurezza. A questo proposito, l’ospite de I Manifesti è netto, evocando la “necessità di una disobbedienza civile, perché la solidarietà è un dovere”, nel momento in cui in mezzo al mare ci sono imbarcazioni di migranti in difficoltà, perché così dicono le norme, a partire dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Altro tema emerso nella chiacchierata con Giovanni Bassi, è quello della figura di alcuni magistrati moralizzatori o storici. “Il magistrato deve trovare le prove – dice Spataro – non altro, è criticabile l’atteggiamento di quei magistrati che si propongono alle piazze. Sono contro le conferenze stampa, meglio la sobrietà dei comunicati stampa”.

Tornando al tema evocato all’inizio del suo intervento, circa la nozione di costituzionalismo, Spataro cita Alessandro Pace, che in un suo intervento indica come “la grande sfida che si pone oggi al costituzionalismo, sia quella di ritrovare e riaffermare la propria identità originaria, di teoria giuridica dei limiti del potere politico”.

Quanto ai magistrati che poi fanno politica: “Il diritto non può essere negato, ma se un magistrato si candida dovrebbe lasciare la magistratura o candidarsi in un posto diverso” osserva Spataro, al fine di evitare ogni rischio di equivoci e ambiguità; allo stesso modo, questo vale anche per gli avvocati .

La chiusura è dedicata all’attualità, rispetto ad alcune posizioni del ministro Nordio e ad alcuni interventi contenuti nella nuova riforma giudiziaria: “È sbagliato pensare a interventi che riducono la possibilità di intercettazione” commenta Spataro.

 

Ilario Grazioso

 

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