Cronaca

Cappella Cantone nell’occhio del ciclone,
Formigoni in consiglio difende l’operato
della Regione. Delusione dei sindaci
della provincia cremonese

Nella vicenda delle tangenti per la discarica a Cappella Cantone, “Nessuna delle persone arrestate ha avuto ruoli o compiti” nel procedimento per la trasformazione della cava a Cappella Cantone in discarica d’amianto. “La loro posizione nemmeno li poneva nelle condizioni di intervenire nella procedura”. Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenuto oggi pomeriggio in Consiglio Regionale in sede di audizione sull’inchiesta giudiziaria su rifiuti e tangenti.

Ad assistere alla seduta, diversi sindaci del territorio cremonese, compreso l’ex presidente della Provincia, Giuseppe Torchio. Si aspettavano l’abbandono del progetto della discarica di amianto contro la quale hanno lottato anche con ricorsi al Tar. Mercoledì a Brescia nuovi interrogatori per il filone BreBeMi, mentre toccherà alla Procura di Milano proseguire le indagini sul filone cremonese.

In aula anche uno striscione esposto dall’Idv con la scritta “Big Bubble”, in riferimento al termine usato da alcuni protagonisti della vicenda in riferimento alle tangenti. Lo striscione è stato rimosso quasi subito dai commessi.

“Difenderemo la Regione, poiché su di essa è stato messo in atto un tentativo di delegittimazione”, ha esordito il governatore entrando nel merito delle indagini che hanno portato all’arresto del  numero due del consiglio regionale Nicoli Cristiani, dell’imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli e il funzionario regionale dell’Arpa, Giuseppe Rotondaro.

I sindaci presenti in Consiglio

Secondo Formigoni “è stato messo in atto un tentativo per delegittimare l’azione del governo regionale e noi difenderemo ciò che abbiamo fatto e che faremo”. “Questa maggioranza e questa giunta hanno ottenuto risultati straordinari – ha proseguito – e ne siamo orgogliosi e per questo proseguiremo su questa strada. Certo i comportamenti emersi sono inaccettabili e da condannare senza tentennamenti ma sarà la magistratura a emettere le sentenze”.

Il presidente della Regione ha quindi ripercorso la cronologia della procedura per autorizzare la trasformazione della cava di Cappella Cantone in discarica per lo smaltimento di cemento amianto, ricordando come in questa vicenda “nessuna delle persone arrestate ha avuto ruoli o compiti in questo procedimento”.

“Negli anni del mio governo – ha commentato – ho voluto sostenere e privilegiare il metodo della collegialità, e in questo genere di decisioni autorizzative nel pieno rispetto delle molte disposizioni normative vigenti. Anche nel caso della discarica del cemento amianto di Cappella Cantone si è seguito questo metodo e con particolare convinzione.” Per quanto riguarda il ruolo dell’Arpa, ha aggiunto, “non appena avuta notizia degli arresti il dirigente coinvolto è stato sospeso da funzioni e incarico nell’attesa dei necessari chiarimenti giudiziari. Non vi è dubbio che l’agenzia adotterà ogni ulteriore misura sanzionatoria e risarcitoria nei suoi confronti, ma in ogni caso la procedura per l’autorizzazione alla discarica di Cappella Cantone per ogni fase attribuibile a Regione Lombardia può definirsi ineccepibile, trasparente, attenta e intensamente collegiale”.

Formigoni ha poi ricordato quanto fatto dalla Giunta regionale in tema di contrasto alla criminalità nel corso degli anni: “Senza questa nostra continua azione – ha detto – sarebbero state commesse ben altre irregolarità. Le azioni messe in campo dalla giunta dimostrano come la nostra percezione di un pericolo sia stata sempre alta, ma i controlli da soli non bastano, serve la volontà positiva anche da parte dei cittadini di fermare ogni azioni illecita e ben venga quindi l’azione della magistratura».

Prima di lasciare l’aula il numero uno del Pirellone ha specificato che “Se ci sarà un processo intentato dalla magistratura ci costituiremo parte lesa”.

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