Cronaca

La pace al centro dell'incontro
con il direttore di "Avvenire"

“Sorella pace – sovvertiamo la guerra adesso!”: è il titolo del convegno organizzato al centro pastorale diocesano di Cremona con relatore il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio.

Un momento di confronto, nella serata di venerdì, che dalla sala Bonomelli ha raggiunto via web anche le appendici della Diocesi di Cremona, da Casalmaggiore a Cassano d’Adda. Un modo di condivisione per rendere più persone possibili partecipi di un incontro che ha visto la presenza del vescovo monsignor Antonio Napolioni, di autorità cittadine, associazioni ed enti. “Insieme e pace come parole chiave”: ha sottolineato in apertura l’incaricato diocesano Eugenio Bignardi. Un incontro ispirato al modo con cui San Francesco chiamava tutte le cose importanti del creato: “Fratello Sole, sorella Terra, sorella Pace aggiungiamo noi”.

“Ci stiamo abituando all’idea di convivere con la guerra in Europa”: ha attaccato il direttore di Avvenire, Tarquinio. “Se si cominciasse a fermare l’uso delle armi si potrebbe pensare ad una pace contagiosa. Eppure nessuno ha smesso di produrre armi, di investire nelle spese militari, nemmeno durante la pandemia”: ha spiegato Tarquinio. “Negli anni del Covid, su tre indicatori di spesa in Italia approfonditi dal nostro quotidiano, solo uno non è cresciuto, quello dell’istruzione. Sono aumenti quello degli investimenti nella sanità, forzatamente, e quello delle spese militari”. Da Tarquinio sono arrivati numerosi spunti di riflessione, compreso un richiamo all’informazione, chiamata anche a trattare temi di denuncia nei confronti di scelte governative pro-militari. “I conflitti aperti sulla faccia della terra, ad oggi, sono 169. Motivi religiosi, etnici, culturali, economici – ha proseguito Tarquinio -. Sono tante perché cominciano e non finiscono mai. Sta diventando sempre più facile fare la guerra che fermarla. Per questo serve una sovversione radicale della logica che presiede a tutto questo, perché continuiamo a credere che la guerra possa essere vinta da qualcuno”. “Grazie a nome di tutti i vescovi di campagna che alla mattina leggono L’Avvenire per essere educati ad uscire dalla sagrestia con uno sguardo aperto e lungimirante”: è il commento di monsignor Napolioni. “Ben vengano laici che con la loro intelligenza e la loro competenza risvegliano la comunità cristiana”, ha chiosato il vescovo.

Simone Arrighi

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