Politica

Beretta richiede un dirigente
"definitivo" ai servizi sociali

Simone Beretta, tramite un’interpellanza rivolta al presidente del Consiglio Comunale Attilio Galmozzi, ha voluto spostare il focus sul ruolo di dirigente ai servizi sociali.

“Ho riflettuto parecchio prima di decidermi a presentare questa interpellanza. Alla fine a convincermi è stata una ragione di chiarezza sia rispetto al passato che per l’esigenza di capire quale strategia questa amministrazione intenda mettere in campo per il futuro. L’idea iniziale era di più ampio respiro, ossia conoscere come rimettere in carreggiata in senso lato una struttura comunale fortemente penalizzata dalle amministrazioni a guida Bonaldi e farlo avendo chiaro una rinnovata e più adeguata pianta organica da perseguire in tempi consoni agli obiettivi da perseguire. L’organizzazione fa la differenza per conseguirli in tempi più celeri, trasparenti e meno adeguati”.

“Alla fine ho optato sulla carenza del livello dirigenziale relativo ai servizi sociali perché è risultato essere ciò che non dovrebbe mai accadere; il frutto di una dabbenaggine amministrativa della precedente amministrazione perseguita con una pervicacia senza senso e senza umiltà. Il che la dice lunga su eredità negativa che va con decisione superata. È risultato più grave del previsto l’errore di concedere un lasciapassare al Dirigente di allora dott. Stanghellini di andare a Bologna in aspettativa. A sostituirlo arrivò da Pandino, altrettanto in aspettativa e di buona levatura professionale la dott……che in seguito è andata a lavorare alla Fondazione Benefattori Cremaschi per rilasciare il posto al rientrante da Bologna che poco dopo però se ne andava a lavorare al comune di Milano lasciando il campo nuovamente sgombro da una necessaria ed adeguata professionalità”.

“Difficile non riconoscere che un pasticcio iniziale non si sia rivelato nel tempo anche peggio così che oggi a ricoprire quel ruolo sono state chiamate provvisoriamente persone senza un adeguato know how rispetto alla posizione da occupare. Evidentemente in attesa di concorso. O no? Se a questo aggiungiamo che in questa situazione non era forse il caso di affidare a una giovane new entry l’assessorato ai Servizi Sociali il capitolo rischia di scrivere una situazione finale ricca di suspance”.

“Ciò premesso sono chiedere: se state pensando a una qualche mobilità da altri comuni o se eventualmente si sia già nella condizione di procedere ad concorso pubblico; Se così fosse quale lo stato dell’arte relativo all’eventuale concorso pubblico, quali i tempi e chi lo gestirà? Quale ragione ultima vi ha fatto ritenere che all’interno del settore servizi sociali non vi fossero competenze adeguate ad assumere provvisoriamente la responsabilità assegnata ora alla dott.ssa Moruzzi? Quale know how mette a disposizione la dott.ssa Moruzzi che non fosse riscontrabile tra gli attuali dipendenti formatisi alla scuola di Stanghellini? Come si giustifica che nel corso degli anni non si sia ritenuto di formare nessuno allo scopo di consentire al personale interno di poter esercitare un domani le proprie ambizioni professionali? Un buon dirigente non avrebbe il compito di preparare il “suo” personale a migliorarsi per conseguire responsabilità apicali dando fiato a naturali ambizioni professionali? Perché questo non è avvenuto? Di chi è la responsabilità? Come intendete per il futuro applicare modalità tali per cui, fermo restando il principio della meritocrazia e del rispetto delle leggi, i nostri dipendenti potranno aspirare a posizioni apicali evitando le figuracce di un passato appena trascorso?”.

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