Cronaca

Lions e Rotary:
Buzzella e l’energia del futuro

Un interclub quello di ieri sera, che ha visto insieme i Lions Club del territorio (Crema Gerundo, Crema Host, Soncino, Pandino Gera d’Adda Viscontea, Crema Serenissima, Castelleone, Pandino Il Castello), oltre ai Rotary Club (Crema, Cremasco San Marco e Pandino Visconteo) e Inner Wheel Crema, che ha avuto quale focus il tema energetico e l’attualità della transizione green.

Argomenti sui quali ha parlato il relatore Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, al quale è stato posto l’interrogativo sul futuro in Europa per l’industria.

Per Buzzella il prezzo del gas era già triplicato prima della pandemia, e in ogni caso, per portare a compimento l’evoluzione green necessitano tanti anni, con la necessità nel medio periodo di combustibili fossili, per mantenere standard di vita attuali, livelli di crescita e creazione di ricchezza, ancora legata dalla disponibilità dell’energia fossile a basso costo, risultato di ciò che fu l’azione di Enrico Mattei. Ma per il presidente di Confindustria Lombardia, che ricorda le stime secondo le quali tra 20 anni nel nostro pianeta ci saranno circa 10 miliardi di persone, è indubbia la necessità della decarbonizzazione , ma le tempistiche poste dall’Unione Europea per la transizione energetica, appaiono velleitarie, aggravate ovviamente dagli ultimi accadimenti, come il conflitto tra Russia e Ucraina. Ed allora cosa fare, si chiede l’amministratore di Coim e presidente Green Oleo, se non rendere sostenibile economicamente la transizione energetica, evitando però quella che viene definita “la decrescita felice”. Buzzella dice di essere sostenitore dell’Europa federale, che è stata molto vicina al nostro Paese nella fase più difficoltosa della pandemia, ma alcune recenti posizioni, per il presidente di Confindustria appaiono ideologiche, e alla platea dell’interclub che lo ascolta silenziosa, ne cita tre: motore endotermico, regolamento su imballo e packaging e direttiva “aria pulita”.

“Il motore endotermico sarà bandito dal 2035 e fino al 2025 è consentita la produzione solo di Euro7 – dice Buzzella – ma se poi si deve passare all’elettrico, perché definire a tavolino soluzioni tecniche, e non puntare sulla neutralità tecnologica”. Per quanto concerne il secondo punto, l’indirizzo sarà quello di passare dal riciclo al riutilizzo: “Buttiamo a mare la differenziata e perdiamo 6 milioni di posti di lavoro?”, si chiede il presidente di Confindustria Lombardia. Terzo punto, dimezzamento del limite delle polveri sottili e ossido d’azoto, ma allora “fermiamo tutto”, conclude Buzzella, aggiungendo anche l’argomento “farm to fork”, con il dimezzamento degli agrofarmaci in agricoltura, che porterebbe ad una conseguente diminuzione della produzione e alla necessità di aumentare le importazioni: “Le transizioni non sono indolori” chiosa il presidente, che critica l’impianto europeo, riconducendolo all’esempio di un condominio, dove coesistono sensibilità diverse: “Un condominio con 27 condomini, ma chi abita nell’attico e chi al piano terra ha necessità differenti. L’unanimità nelle decisioni è un problema enorme”. Avviandosi alla conclusione del suo applaudito intervento, il presidente Confindustria rilancia: “Il mondo ci guarda, se sbagliamo i tempi, ci impoveriamo, pensiamo anche al nucleare di quarta generazione e lavoriamo sul mix energetico del futuro”. In altri termini, per il presidente Buzzella, va bene un processo di transizione green, ma la gestione dovrebbe essere orientata meno da aspetti ideologici, e più al pragmatismo, tipico del mondo produttivo.

E proprio su questo punto, anche il sindaco di Crema, Fabio Bergamaschi, nel suo breve saluto si è detto sulla stessa linea: “Sul tema energetico, va coniugata l’idealità con il dato di realtà, ed il richiamo al pragmatismo, deve essere da ispirazione per chiunque rivesta ruoli di responsabilità”.

Ilario Grazioso

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