Cronaca

“Un messaggio nel silenzio”, la
mostra di Anffas racconta le emozioni

Lanciare un messaggio di cambiamento, rompere il silenzio e dare libero spazio alle emozioni attraverso le immagini. Sono questi gli obiettivi del progetto Photovoice, proposto ai ragazzi che frequentano il Servizio diurno alternativo di via Battisti ed il Centro socio educativo di santo Stefano di Anffas Crema dallo scorso settembre. “Abbiamo chiesto ai nostri ragazzi con disabilità di pensare ad un’emozione, ad un tema sociale per poi cercare di esprimerlo insieme al gruppo attraverso un’immagine” spiega l’educatrice Elisa Maglio. Con lei, durante l’attività che si è conclusa di recente, anche le colleghe Miriam Trovati ed Alice Guanzini “Durante il percorso – continua – abbiamo dato valore al vissuto individuale ed al pensiero di ciascuno, in modo che ognuno di loro si sentisse accolto. Poi, con i materiali che avevamo a disposizione, abbiamo creato 16 fotografie (l’ultima risale a gennaio) rappresentative dei vari temi”. Così, c’è chi parla di felicità, chi di tristezza, chi di ingiustizia, guerra e maltrattamenti. “Ogni immagine è frutto di un pensiero condiviso ed è corredata dalla spiegazione scritta in gruppo e dal pensiero di un singolo, frutto di un lavoro interiore”. Tutto questo diventerà presto una mostra, dal titolo Un messaggio nel silenzio. L’appuntamento è per sabato 24 settembre presso la sede Anffas di via Battisti, 12 dalle 17 alle 20. Ingresso libero con aperitivo. Per maggiori informazioni si può contattare il numero 3357898286.

“Attraverso questo progetto – spiega ancora Maglio – abbiamo voluto lanciare un messaggio, come accade spesso nei progetti di photovoice. Questa metodologia coinvolge direttamente le sensazioni dei soggetti partecipanti. É una tecnica spesso usata per promuovere attivazione, creatività e collaborazione tra i componenti del gruppo, nonché per generare empowerment in ciascuno di loro”. Usata anche nei gruppi di sostegno “per alcuni dei nostri ragazzi ha rappresentato la prima occasione per far conoscere, anche se in modo anonimo, il loro punto di vista rispetto ad alcuni temi portanti del vivere quotidiano”. I pensieri di ciascuno hanno dato forma alle immagini “lontano da ogni giudizio, perché lo abbiamo chiarito in apertura, nessuna idea è da ritenersi sbagliata. La possibilità di vedere il mondo con occhi diversi ci rende ricchi”.

Per il presidente di Fondazione Alba, Paolo Marchesi: “questo progetto innovativo ci consente ancora una volta di aprire le porte delle nostre strutture alla città e quindi di proporre occasioni concrete di inclusione sociale. Il servizio diurno alternativo, coordinato da Serena Pedrinazzi, permette ai ragazzi che vi partecipano di sperimentare cose sempre nuove per scoprire nuove abilità o formarsi pensieri ed opinioni al fine di valorizzare l’autodeterminazione di ciascuno. È importante che il pensiero di ciascuno venga ascoltato e valorizzato, anche attraverso nuove modalità espressive come il photovoice. Perché ciascuno di noi può fare una piccolissima parte per attuare il cambiamento sociale tanto richiesto, a partire dall’idea che diversità è ricchezza. Aspettiamo tanti cremaschi per un bel pomeriggio insieme all’insegna dell’inclusione e della condivisione”.

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