Cronaca

Deposta corona in memoria delle
vittime della Strage di via D’Amelio

Una cerimonia di commemorazione e deposizione della corona in memoria delle vittime della Strage di via D’Amelio. Crema, ancora una volta, dimostra di non voler dimenticare il passato, grazie soprattutto alla voglia dei più giovani di ricordare.

In questo senso ha svolto un ruolo chiave la Consulta Giovani, legata al progetto “57 Giorni – Strade di Legalità”, guidata dal presidente Andrea Pilenga: “La Consulta Giovani crede molto in questo progetto. Continuiamo a proporre l’evento, in quanto crediamo molto nella legalità. Si vuole combattere il degrado con la cultura, con la legalità e con la conoscenza. Continuiamo a collaborare con il Comune di Crema con grande sinergia, loro credono molto in noi giovani”.

Presente alla cerimonia anche il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi: “Grazie per essere presenti e partecipi a questo momento e grazie ai ragazzi della Consulta Giovani. Sono trascorsi 30 anni da quella domenica pomeriggio di via d’Amelio, 30 anni di depistaggi, omissioni e bugie di una verità negata. 30 anni in cui la mafia è riuscita ad incrementare la propria forza. Al contempo 30 anni in cui si è accesa la coscienza civica. I giovani hanno riconosciuto il volto credibile dello stato ispirandosi ai due magistrati. Quel movimento è arrivato fino a Crema, intitolando la piazza alla memoria di Falcone e Borsellino. Giovani come voi hanno voluto organizzare conferenze per sensibilizzare la comunità: la lotta alla mafia richiede il coinvolgimento di tutti, nessuno deve sentirsi solo. La lotta alla mafia è
aperta, il nemico non è ancora sconfitto, ma lo sarà. Lo dobbiamo a tutti noi”.

Giorgio Cardile, assessore alla Cultura, ha mostrato la vicinanza dell’amministrazione a questo tipo di iniziative: “Questa iniziativa è nata ormai 4 anni fa, è diventata ormai un punto di riferimento per la città, per diffondere la cultura della legalità. E’ un appuntamento che verrà portato avanti con il coinvolgimento dei giovani e dei meno giovani”.

Simone Guarnaccia

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