Cronaca

L’Europa e la crisi Russia –Ucraina:
Confronto tra Buzzella e Salini

Promosso dall’Associazione Civitas, ieri sera si è svolta a Palazzo Terni de Gregori l’incontro sul tema “Russia-Europa, dalla tragedia in Ucraina un nuovo ordine mondiale?”, al quale hanno partecipato l’europarlamentare Massimiliano Salini, commissario regionale di Forza Italia, ed il presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella, stimolati dalle domande del direttore del quotidiano La Provincia, Marco Bencivenga.

Diversi gli spunti di riflessioni offerti alla numerosa platea, con molti amministratori locali di centrodestra oltre ai candidati a sindaco Maurizio Borghetti e Simone Beretta. Una serie di scatti fotografici, testimonianza della realtà ucraina di queste settimane, con la guerra che entra nelle case, hanno fatto da introduzione alla serata, entrata nel vivo, analizzando il ruolo delle istituzioni europee ed occidentali, rispetto all’azione russa: “Cerco uno spazio che alimenti la speranza della pace”, ha esordito Salini, per il quale occorre correggere gli errori che l’occidente ha fatto, considerando la specificità dell’Ucraina quale stato cuscinetto.

L’ex presidente della Provincia, rifiuta il “pacifismo di maniera”, anche se l’occidente avrebbe dovuto fare di tutto, affinché la guerra potesse essere evitata prima. Di tenore diverso le risposte del presidente di Confindustria, che analizza la situazione dal punto di vista economico, chiarendo come l’occidente ha dato alla Russia maggiore forza economica in materia energetica, considerata la posizione di Mosca in qualità di fornitore di gas, che rende molti paesi europei, tra i quali l’Italia, in condizione di dipendenza energetica. Buzzella cita una comunicazione della Commissioni europea, del maggio 2014, completamente disattesa alla prova dei fatti: in tema di approvvigionamento energetico ricorda Buzzella, in quel documento l’Ue osservava com’era necessario ridurre la dipendenza.

“Ma in 8 anni, in Italia siamo arrivati al 43 per cento, di dipendenza, non vogliamo fonti fossili, ma ne abbiamo bisogno, ed ora quotidianamente finanziamo la guerra, visto che paghiamo il gas russo”, dice il presidente di Confindustria, per il quale si è registrata una deriva ideologica su questi temi: ”Solo fonti rinnovabili, va bene, ma al momento non sono un pilastro energetico solido per l’industria e la società”, osserva Buzzella. Quanto all’impatto delle sanzioni alla Russia, per il commissario regionale di Forza Italia, in un mercato globale che guerra e covid, rendono sempre meno globale, difficilmente le sanzioni generano gli effetti attesi, si creano le contromisure, che per la Russia, si traducono in maggiori rapporti con la Cina. “Ho sostenuto le sanzioni, ma hanno il fiato corto come strategia”, risponde Salini che tuttavia, osserva come alla potenza in campo economico cinese, non è associata un’adeguata politica estera.

Sapevamo, che l’Ucraina rappresenta il granaio d’Europa, aggiunge Buzzella, ma non sapevamo invece del ruolo di leader in tanti altri ambiti industriali, per questo l’amministratore di Coim teme un legame ancor più forte tra Cina e Russia: “La Cina è affamata di materie prime, petrolio, gas, e per noi è un problema”. Per Buzzella a questo punto, è chiara la risposta all’interrogativo della serata sul nuovo ordine mondiale: “Dipenderà da materie prime e dall’energia”.

Quanto alla leadership nelle istituzioni comunitarie, per l’europarlamentare, la debolezza dell’Europa è evidente, anche se ci sono elementi positivi: “Ma in Europa non abbiamo un esercito, che rappresenta la forza e non abbiamo nemmeno una costituzione, che rappresenta il diritto”, con Buzzella che osserva: “A volte l’Ue, sembra più una direzione generale di un segretariato politico, che un ente proprio”.

Sul ruolo della politica, riecheggia quel laissez faire tanto caro al padre dell’economia politica, Adam Smith: “La politica deve fare due passi indietro, lasciar lavorare e imitare le imprese – dice Salini – il suo compito è quello di difendere i confini e garantire lo stato di diritto. Se non fa questo, diventa un orpello”. Dello stesso avviso, Francesco Buzzella, “la politica potrebbe fare meno danni, controllare e sanzionare chi va fuori dalle regole”. Positivo per il presidente di Confindustria il giudizio sull’operato del premier Draghi, un po’ meno quello del Governo, al quale Buzzella contesta una certa timidezza in materia energetica. “300 aziende hanno chiuso in Lombardia per i costi eccessivi legati all’energia, in settori che vanno dalla carta, all’acciaio, al vetro. Così non si può reggere – conclude Buzzella – non sono più sostenibili le politiche dei no”.

Ilario Grazioso

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