Cultura

Al Museo di Crema 61 opere
della collezione di Paolo Stramezzi

61 opere della collezione privata di Paolo Stramezzi sono state acquisite dal Museo Civico di Crema e del Cremasco. I quadri si trovavano nella villa del celebre collezionista, scomparso negli anni ’60. Gli eredi hanno scelto di affidarne una parte all’ente museale per permettere a tutta la città di goderne.

In riferimento alla volontà di valorizzare la collezione individuando il Museo di Crema come interlocutore per dar corpo a questo progetto, gli Eredi sottolineano che “la tutela delle opere appartenenti alla collezione di Paolo Stramezzi, custodite nella casa in cui la collezione era nata e aveva preso forma, è stato l’impegno che ha orientato la vita della nuora di Paolo, Luciana Giarda Stramezzi e di sua figlia Marina. Il fatto che la casa negli ultimi anni non sia stata più luogo di residenza abituale e l’integrità del complesso di opere sia in parte stata intaccata, non cambia ai nostri occhi di eredi testamentari di Marina, scomparsa da pochi mesi, il significato profondo di quell’impegno e del lascito ricevuto. Abbiamo individuato quindi nella fruizione e tutela pubblica una via per valorizzare il respiro del progetto culturale iniziato da Paolo. Le opere giunte a noi, infatti, raccontano una pagina rilevante della storia dell’arte e del collezionismo, non solo della nostra Città, ma del Paese. Ringraziamo il Comune, il Museo Civico e la Soprintendenza, primi e naturali interlocutori, in cui abbiamo trovato l’attenzione e la disponibilità indispensabili. Speriamo così di contribuire nei prossimi anni a stimolare l’interesse per l’Arte e la passione per il Bello”.

L’acquisizione è stata effettuata a cavallo delle festività natalizie, per portare in sicurezza i quadri che sono stati presi in carico dal Museo grazie all’immediata autorizzazione della Soprintendenza, con la quale, come ha ricordato il soprintendente Gabriele Barucca, “c’è un rapporto sinergico, non solo a livello burocratico”.

Una panoramica delle opere

Il bresciano Vincenzo Foppa, il padre della pittura rinascimentale lombarda (Brescia, 1427/30 – 1515/16) è autore di una raffinata raffigurazione dell’Annunciazione accompagnata dalla inusuale figura di San Girolamo penitente, collocabile cronologicamente entro l’ultimo quarto del XV secolo.

Di grande interesse anche è una copia seicentesca, di pittore ignoto, della conosciutissima tavola di Leonardo da Vinci rappresentante Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino (Sant’Anna Metterza) conservata presso il Louvre.

Sempre nell’ambito del Seicento si segnalano alcuni dipinti fiamminghi, tra cui due piccoli ritratti di David Teniers il Giovane (Anversa, 15 dicembre 1610 – Bruxelles, 25 aprile 1690), cognato del famoso Jan Brueghel il Giovane.

Un nucleo cospicuo delle opere depositate appartiene all’Ottocento, come detto, il periodo prediletto da Paolo Stramezzi.

Va segnalata una Veduta di Firenze attribuita all’inglese Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851) e gli amati pittori Macchiaioli con due opere di Giovanni Fattori (Livorno, 6 settembre 1825 – Firenze, 30 agosto 1908), una di Giuseppe Abbati (Napoli, 13 gennaio 1836 – Firenze, 21 febbraio 1868) e ben sei di Raffaello Sernesi (Firenze, 29 dicembre 1838 – Bolzano, 9 agosto 1866). Non mancano per il XIX secolo anche opere di cremaschi come il pittore Angelo Bacchetta (Crema, 12 marzo 1841 – Crema, 12 novembre 1920) con un grande Ritratto di Giuseppe Maria Perletti, il costruttore di villa La Perletta. 

All’inizio del XX secolo appartiene l’Autoritratto con la figlia Marion del noto pittore ritrattista bavarese Franz Von Lenbach (Schrobenhausen, 13 dicembre 1836 – Monaco di Baviera, 6 maggio 1904). Numerose poi le tele novecentesche di pittori che Paolo Stramezzi, assiduo frequentatore delle più famose esposizioni e rassegne nazionali, ebbe modo di apprezzare e acquistare. Fra queste si segnalano: Casale di campagna di Francesco Sartorelli (Cornuda TV, 14 settembre 1856 – Udine, 8 aprile 1939); Lettrice nello studio di Guido Cinotti (Siena, 29 dicembre 1870 – Milano, 18 gennaio 1932); Cattedrale di Notre-Dame e Uliveto di Giovanni Malesci (Vicchio FI, 13 settembre 1884 – Milano, 12 settembre 1969); Autoritratto di Arturo Rietti (Trieste, 3 marzo 1863 – Fontaniva PD, 6 febbraio 1943); Parigi di Gianni Colognese (Milano, 1901 – Lugano, 1994); Ritratto di fanciulla di Giovanni Brancaccio (Pozzuoli, 1903 – Napoli, 12 febbraio 1975); Paesaggio di Ugo Rebasti (Broni PV, 1907 – 1972); Crocifissione con Papa Giovanni XXIII di Giacomo Manzù (Bergamo, 22 dicembre 1908 – Aprilia, 17 gennaio 1991); Prati a Vipiteno di Donatella Pinto (Bari, 1908 – Milano, 1963); Paesaggio autunnale di Salvatore Tosi (Castelfranco Veneto TV, 1911 – Padova, 1958); Il Serio di Gianetto Biondini (Crema, 21 febbraio 1920 – 21 settembre 1981). da ultimo, segnaliamo anche una grande tela eseguita nel 1936 dal pittore Luigi Brignoli (Palosco, 18 aprile 1881 – Bergamo, 1952) in cui è rappresentato a figura intera proprio il creatore di questa immensa collezione.

Le 61 opere acquisite saranno esposte in una mostra nelle sale Agello, a partire dal 23 aprile 2022.

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