Politica

Ex Finalpia: non oltre i tre mesi
di respiro. Poi rischio default

Il destino dell’ex colonia Finalpia è stato al centro dell’ incontro tra i membri della Commissione di garanzia, presieduta da Simone Beretta con il cda dell’ Opera Pia. La salvaguardia del patrimonio non è garantita. Possibilità di pagare ancora per tre mesi poi rischio default.

“Un bene bellissimo che non produce reddito ma perdite”. Così il presidente della Fondazione Opera Pia Marina Finalpia Onlus, Giorgio Pagliari, convocato insieme agli altri membri del cda, dalla Commissione comunale di garanzia, presieduta dal consigliere Simone Beretta. Al centro dell’ incontro, tenutosi in streaming, il destino dell’ ex colonia, il cui obbiettivo primario è salvaguardarne il patrimonio.

Un immobile, diventato albergo a 4 stelle che, negli anni, ha accumulato debiti al punto che, la liquidità di cassa rimasta consentirebbe la sopravvivenza di soli tre mesi. Poi si rischia il default. A spiegare nei dettagli la situazione finanziaria, Virginio Cavalli, commercialista e membro del cda.” La struttura, che ha un valore patrimoniale di 6,7 milioni di euro, è ferma dal 2019. Accumula circa 200mila euro all’anno di debiti tra imposte e tasse, Imu e Ires; ma servono anche un milione 1, 158mila euro residuo del capitale da rimborsare per il mutuo contratto”.

La Fondazione aveva firmato un contratto con Hyma srl nel mese di agosto ” rent to buy “( un affitto di 300mila all’anno con acquisto finale) che poi la società modenese ha contestato per inadempienze. Contestano il fatto di aver trovato un bene piu’ deteriorato di quello che si aspettavano. Hyma ha tuttavia pagato in anticipo 75 mila euro, il canone di tre mesi di affitto da ottobre a dicembre, poi è stata messa in mora perche’ non ha fornito le garanzie dovute per la quota capitale; la fideiussone di 100mila euro e l’anticipo di 500mila euro sull’acquisto.

La situazione della Fondazione pertanto rimane critica; con i flussi di cassa rimasti ha una tranquillità di circa tre mesi.
Il presidente Pagliari tuttavia ammette di avere come cda, una trattiva in corso con Hyma , la società modenese con cui è aperto il dialogo. Non vuole rivelare i dettagli per non pregiudicare l ‘operazione che è in corso, ma una controproposta da offrire alla società modenese c’è e sperano che vada in porto.

In attesa dell’incontro con Hyma, previsto il 21 gennaio, il cda si rende disponibile a idee e proposte per uscire dall’ impasse.
Tutto è utile purchè si riesca a salvaguardare questo patrimonio collettivo tanto caro ai cremaschi.

Sabrina Grilli

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