Cronaca

Studenti "prigionieri" della
burocrazia: la denuncia di Coti Zelati

“ATS, dopo gli scivoloni assurdi dei tamponi e dei bambini spediti a 40 km di distanza per farli, mostra ancora una volta tutti i suoi limiti e la sua inefficienza”. Ad attaccare l’azienda sanitaria territoriale è il consigliere Emanuele Coti Zelati che denuncia una situazione “assurda e grottesca che si sta verificando nelle scuole: gli studenti vengono dimenticati in un limbo”.

Secondo quanto riporta Coti Zelati, se un ragazzo viene posto in isolamento fiduciario per le scuole è possibile attivare la DaD solo in presenza di una comunicazione dell’ATS. “Peccato però che tra la comunicazione dell’isolamento e la certificazione ufficiale di tale status (con la quale la famiglia può ufficialmente richiedere alla scuola la DaD) possano intercorrere, per causa della lentezza di ATS, diversi giorni”. Il ragazzo risulta quindi assente da scuola perché in quarantena, ma impossibilitato a fruire della DaD “per via della lentezza di ATS che non emette i certificati che deve emettere nei tempi corretti”.

Analogo discorso per la certificazione di fine quarantena: “come detto da ATS solo il documento da loro emesso certifica la fine ufficiale della quarantena e la riammissione in classe. Cosa succede allora quando, come sta avvenendo in questi giorni, anche questa comunicazione è in ritardo? Succede che i ragazzi sono vittime dell’inadeguatezza di ATS Val Padana e che le scuole devono cercare di barcamenarsi con esiti talvolta traballanti. Oltretutto vale anche la pena sottolineare la possibile lesione dei diritti costituzionali legati alla limitazione delle libertà derivanti da questo ritardo”.

Il capogruppo de La Sinistra sottolinea “lentezza e impreparazione, anche perché le altre ATS non stanno funzionando così male. Sarebbe auspicabile anche che le forze politiche e gli Assessorati competenti manifestino in qualche modo la loro presenza e facciano qualcosa smettendo di preoccuparsi solo dell’imminente campagna elettorale. Il loro silenzio, a chi è padre e docente, rompe i timpani”.

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