Cronaca

Mercatone Uno: offerta per il
punto vendita di Madignano

Da oggi risultano effettivi i licenziamenti dei 35 lavoratori impiegati nel negozio in provincia di Cremona. Se la trattativa andasse a buon fine, gli ex dipendenti sarebbero riassorbiti.

Le proteste dei lavoratori nel maggio 2019

Da oggi, 24 novembre, diventano i licenziamenti dei lavoratori ex Mercatone Uno. Tra loro anche i 29 dipendenti del punto vendita di Madignano.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha ricevuto in totale 10 offerte di acquisizione per i negozi in diverse province d’Italia. Anche per Madignano sembra ci sia possibilità di riaprire, grazie alla “Max Factory”, nota catena di calzature, abbigliamento e casalinghi con punti vendita in Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio e Veneto.

“Una società solida” l’ha definita Maria Teresa Perin della segreteria CGIL di Cremona. La catena Mercatone Uno era passata alla società Shernon Holding nella primavera del 2018, ma dopo appena un anno era stato chiesto il concordato fallimentare. Numerosi gli scioperi dei dipendenti, sostenuti da tutti i sindacati. La sede di Madignano era stata definitivamente chiusa il 25 maggio del 2019. Lo stesso mese erano stati attivati gli ammortizzatori sociali per i lavoratori del punto vendita e nel dicembre 2019 al Mise erano pervenute 24 offerte. Da quel momento l’attenzione mediatica era calata, in attesa delle decisioni del Ministero. Poi, con l’arrivo della pandemia, tutto si è ulteriormente rallentato.

Ora è arrivata la proposta di Max Factory, azienda presente sul mercato da anni, che ha già acquisito altri punti vendita ex Mercatone. La trattativa verrà effettuata a livello nazionale, perché Mercatone è ancora commissariata: “Abbiamo chiesto un incontro che speriamo di poter avere nelle prossime settimane e arrivare ad un accordo sul passaggio dei lavoratori”, spiega Perin.

La nuova azienda propone di assumere 20 dei 29 dipendenti ancora in carico a Mercatone Uno, ciascuno a 24 ore settimanali. Una proposta che sarà oggetto di trattativa da parte dei sindacati che sperano non venga lasciato fuori nessuno. Da sottolineare, comunque, che qualche dipendente è prossimo alla pensione e alcuni svolgono altri lavori.

L’accordo dovrebbe prevedere una graduatoria, stilata sulla base di dati oggettivi (come carichi famigliari e anzianità). A tutti e 29 sarà proposto il contratto di assunzione, “anhe se probabilmente non tutti accetteranno”.

Nel frattempo da ieri è scaduta la cassa integrazione straordinaria e gli ormai ex dipendenti di Mercatone possono ora entrare in Naspi. Rientrerebbero in CIGS qualora dovessero accettare l’assunzione per il periodo di ristrutturazione dei locali e, al termine dei lavori, sarebbero assunti.

La speranza dei sindacati è che il tutto possa concretizzarsi entro la prossima primavera.

Ambra Bellandi

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