Cronaca

Il delitto di Morena, è omicidio
volontario. Ergastolo per il marito

Ergastolo per Eugenio Zanoncelli, 57 anni, riconosciuto colpevole dai giudici della Corte d’Assise di Cremona dell’omicidio volontario della moglie Morena Designati, 49 anni, uccisa la sera del 24 giugno del 2020 nella loro villetta in via De Nicola a Palazzo Pignano. La Corte, presieduta dal presidente del tribunale Anna di Martino con a latere il collega togato Francesco Sora e sei giudici popolari, ha accolto la tesi del pm Milda Milli. 

Per quanto riguarda i risarcimenti: alla mamma e ai tre fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Alessandro Porchera, la Corte ha stabilito un risarcimento simbolico di 10 euro, così come aveva chiesto il legale; a Roberto Zanoncelli, fratello dell’imputato a cui è stato affidato il nipote, andranno 5.000 euro, mentre ad Andrea, il figlio 13enne di Morena ed Eugenio, una provvisionale di 250.000 euro. Il padre, che ha perso la patria potestà, dovrà anche rifondere al figlio le spese legali, quantificate in 4.680 euro. 

Questa mattina alle 10, prima che la Corte si ritirasse in Camera di consiglio, Zanoncelli ha preso la parola per brevi dichiarazioni spontanee: “Chiedo scusa per un gesto non voluto, mi rendo conto della gravità, ma non ho mai pensato di uccidere mia moglie, le volevo bene”.

La sentenza è stata letta alle 13,42. La motivazione sarà depositata entro 90 giorni.

 Secondo il pm, Morena Designati, affetta da sclerosi multipla in progressivo peggioramento, è stata vittima della mania del controllo del marito, e si sarebbe potuta salvare se la sua patologia fosse stata tenuta sotto controllo con le dovute cure. Per l’accusa, quella sera l’imputato, colpendo con un pugno e con una delle stampelle la moglie, “malata, indifesa e non accudita come meritava”, non poteva non prevedere le conseguenze nefaste che ne sarebbero derivate su un corpo così debole. “Una vicenda che lascia l’amaro in bocca”, aveva detto il pm nella sua requisitoria. 

Del dramma di una famiglia isolata aveva parlato l’avvocato Porchera, parte civile per i familiari di Morena. Il legale, a nome della famiglia, aveva chiesto scusa a Morena: “Ti chiediamo scusa, perchè non ti abbiamo aiutata, forse lì siamo colpevoli. Alla famiglia non interessano i soldi, voleva solo partecipare al processo perchè a Morena era dovuto, ma il risarcimento deve andare al loro nipote. In questa storia, Andrea, di soli 13 anni, ha subito un trauma inimmaginabile”. Ad assistere il ragazzino, l’avvocato Micol Parati e il curatore speciale Maria Luisa Crotti.

La difesa, curata dall’avvocato Maria Laura Quaini, aveva invece insistito sull’omicidio preterintenzionale, sostenendo la non intenzione, da parte dell’imputato, di uccidere la moglie.

Nessuno dei legali, dopo la lettura della sentenza, ha voluto rilasciare dichiarazioni. 

Sara Pizzorni 

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