Politica

Consiglio: mozione di condanna
all'attacco alla CGIL di Roma

In video il consigliere Coti Zelati

Presidio delle forze dell’ordine in piazza Duomo per la seduta del Consiglio comunale, nella quale si è discussa la mozione riguardo l’aggressione alla CGIL di Roma. Il documento è stato presentato dal capogruppo de La Sinistra, Emanuele Coti Zelati che ha definito l’episodio della Capitale “un attacco alla struttura democratica del Paese”.

La mozione impegna il Consiglio a condannare “l’assalto alla CGIL individuando in essa una pericolosa aggressione fascista” e che si chieda al Governo e al Parlamento di “dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente adottando i provvedimenti di loro competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”

Compatto il Partito Democratico – insieme alle civiche di centrosinistra – nel condannare l’atto squadrista, riconoscendolo quale “matrice fascista”. Favorevole alla mozione emendata anche il capogruppo del M5s, Manuel Draghetti: “Certi valori dovrebbero essere scontati. Mi si chiede di esprimere un voto verso questo testo, e lo approverò. Trovo strana invece – ha aggiunto Draghetti – la necessità di convocare un Consiglio comunale dedicato, assise che dovrebbe occuparsi delle tematiche cittadine”.

La Lega in Consiglio a Crema, ha condannato fermamente l’attacco alla sede sindacale, ma ha espresso il dubbio che dietro la mozione del consigliere Coti Zelati ci sia “l’ennesima strategia comunicativa. E il dubbio mi sorge se penso che nessuno di voi, “antifascisti”, ha condannato gli attacchi avvenuti ai gazebi della Lega in provincia di Cremona”. Così si è espresso il capogruppo Andrea Agazzi, che ha individuato nel Ministro Lamorgese “la vera responsabile di quanto accaduto, perché l’attacco era stato annunciato da un palco, davanti a 20mila persone. Se il ministro dell’Interno fosse stato Salvini, cosa sarebbe successo?”.

Un dubbio che il proponente ha cercato di mitigare, assicurando che la mozione è stata presentata per “una sincera preoccupazione riguardo la gravità dei fatti di Roma: “Non sto assolvendo il ministro dell’Interno o altri che avrebbero dovuto vigilare. Sto esprimendo inquietudine”.

Mozione criticata anche da parte di Forza Italia, il cui capogruppo Antonio Agazzi ha definito la discussione “assolutamente inutile, della quale non sentivamo il bisogno, in quanto divisiva. Questa adunanza, dal punto amministrativo non produrrà nulla di concreto”. Per il forzista la richiesta di scioglimento di alcune forze politiche è inaccettabile, in quanto “anti-democratico. Sono convinto che non vi sia un pericolo di fascismo in questo Paese”.

Nella discussione è intervenuto anche il sindaco Stefania Bonaldi, presente alla manifestazione romana di sabato scorso: “Sentivo che quello era il mio posto, come cittadina e come amministratore. Dobbiamo ricordare, in ogni occasione e in ogni sede, alle forze violente, che non vinceranno. Anche qui, in Consiglio comunale, perché questa è un’Istituzione politica. Credo – ha aggiunto – che che sia giunto il momento che i partiti di centrodestra facciano le loro mosse rispetto ad alcune fazioni, così come è stato per la sinistra qualche decennio fa”.

La mozione è stata approvata a maggioranza (con in aggiunta il voto del M5s), in seguito ad un’accesa discussione tra il consigliere Coti Zelati e i colleghi Antonio Agazzi e Beretta. Il centrodestra – compreso il Polo Civico – non ha partecipato al voto, lasciando l’aula.

Ambra Bellandi

 

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