Politica

Finalpia: informativa ai capigruppo
su debiti e prospettive

La soluzione alla quale si sta lavorando sarebbe un accordo “rent to buy”, che prevederebbe, per quanto al momento è dato sapere, una locazione triennale con un canone annuo superiore a quello a suo tempo corrisposto da CH HOTELS e anche indicato dal potenziale locatario individuato dalla Fondazione ad inizio 2020 per una locazione, poi non andata in porto per via della sopravvenuta emergenza pandemica.

Nella serata di ieri il sindaco Stefania Bonaldi ha incontrato i capigruppo in Comune, insieme al presidente del consiglio comunale Gianluca Giossi e all’Assessore al Bilancio Cinzia Fontana, per aggiornare i rappresentanti delle forze consiliari circa lo stato dell’arte della Fondazione Finalpia. Come è noto, infatti, la Fondazione aveva promosso un bando finalizzato alla alienazione dell’immobile, con base d’asta di 10 milioni di euro, scaduto lo scorso 31 maggio, procedura per la quale era pervenuta una sola offerta, peraltro non conforme alle prescrizioni del bando medesimo.

Il primo cittadino ha dunque inteso informare le forze consiliari dello stato dell’arte, evidenziando ancora una volta come la Fondazione Opera Pia sia Ente terzo rispetto al Comune, non soggetto ad alcun tipo di controllo o coordinamento né diretto né indiretto dell’Ente Locale, ma dicendosi consapevole che la Fondazione sia un “bene comune” cittadino e dunque meritevole di attenzione ed interesse da parte dei suoi rappresentanti.

LA CONDIZIONE DEBITORIA

In primo luogo, il sindaco ha voluto descrivere la condizione debitoria della Fondazione Opera Pia, la quale, a seguito dell’inadempimento di CH HOTEL è riuscita, nell’estate 2019, a risolvere il contratto con tale società e a tornare nel possesso dell’immobile, ma non a recuperare i crediti con tale locataria ammontanti a oltre un anno di morosità più interessi per quasi 300 mila euro.

Da quel momento la situazione debitoria non ha potuto che acuirsi, con un quadro che al 31 dicembre 2020, come da documentazione di Bilancio già resa nota anche ai capigruppo, vede da un lato esposizione bancaria per quasi 1,2 milioni a fronte del mutuo a suo tempo assunto per acquistare l’arredo e il parcheggio della struttura, mutuo per il quale dal primo giugno 2019 è in corso una moratoria. Oltre a ciò, altri debiti che a fine dell’anno scorso ammontavano complessivamente a circa 450 mila euro e che riguardano prevalentemente esposizioni con l’erario, l’IMU e la TARI al Comune di Finale Ligure, il canone demaniale idrico alla Regione Liguria, l’IRES del triennio 2018/2020. Ovviamente tale quadro non può che essersi acuito nel primo semestre 2021, non essendo intervenute positività nel Bilancio della Fondazione, con una situazione debitoria importante.

“Riguardo all’IMU – ha spiegato il sindaco – con l’assessore Fontana e il servizio finanziario abbiamo assistito la fondazione nella richiesta di una rateizzazione presso il Comune di Finale Ligure, il quale ha risposto affermativamente, mostrando grande disponibilità; tuttavia, l’Ente richiede il deposito di una garanzia a tutela del proprio credito. Ebbene, al momento, stante la moratoria richiesta per il mutuo, gli istituti bancari faticano a prestare la garanzia (anche qui abbiamo assistito la Fondazione nel rapporto con le banche) e al contempo il Comune è impossibilitato ad offrirne”

NEGOZIAZIONE CON LA SOCIETÀ CHE HA PRESENTATO UNA OFFERTA

Da ultimo il sindaco Bonaldi ha informato i capigruppo circa le valutazioni in corso da parte del CdA della Fondazione, impegnato in queste settimane, con l’Assistenza tecnica di Consorzio.IT e di un consulente legale, in una negoziazione con la società che ha presentato una offerta al bando scaduto il 31.05.2021. Come infatti contenuto nelle relazioni di bilancio agli atti, tale offerta merita un approfondimento per capire se può rappresentare una valida soluzione per risolvere le forti criticità in corso.

Il primo cittadino ha precisato di “non avere alcun documento in mano, che le valutazioni del CdA e dei consulenti tecnici sono tuttora in corso, che la competenza nella decisione finale è della Fondazione e che sono attualmente al vaglio le garanzie e gli strumenti di tutela più adeguati da parte dell’Opera Pia”.

RENT TO BUY

La soluzione alla quale si sta lavorando sarebbe un accordo “rent to buy”, che prevederebbe, per quanto al momento è dato sapere, una locazione triennale con un canone annuo superiore a quello a suo tempo corrisposto da CH HOTELS e anche indicato dal potenziale locatario individuato dalla Fondazione ad inizio 2020 per una locazione, poi non andata in porto per via della sopravvenuta emergenza pandemica.

Al contempo, la controparte si impegnerebbe all’acquisto dell’immobile all’importo di 10 milioni di euro, come da bando effettuato, alla scadenza triennale e a suggello di tale impegno verserebbe entro il 31.12.2021 una caparra confirmatoria di 500 mila euro.

Tale importo fungerebbe da anticipo sui dieci milioni, nel caso in cui l’alienazione fra tre anni andasse a buon fine, mentre risarcirebbe la Fondazione della mancata vendita, laddove l’impegno all’acquisto invece venisse meno.

“RESPONSABILITÀ IN QUESTO MOMENTO”

Bonaldi ha ribadito come questo sia il quadro generale e come al momento il Presidente ed il CdA, unitamente ai vertici di SCRP e CIT in veste di consulenti, stiano lavorando per le opportune verifiche sulla società e la definizione di idonee garanzie e tutele giuridiche per la Fondazione.

“Attendiamo le prossime settimane per capire se questa ipotesi al vaglio della Fondazione Finalpia può essere una soluzione ragionevole – ha concluso Bonaldi – auspicando che la negoziazione in corso vada a buon fine, ma che le garanzie e le tutele per la fondazione siano adeguate, per non cadere in una situazione ulteriormente peggiorativa per l’Opera Pia. Certamente la situazione in cui l’ente versa è drammatica e sappiamo bene che tale condizione dipende dal fallimento di CH HOTEL e che l’esposizione debitoria, in costante crescita, è conseguente a quelle circostanze, certamente non imputabili ai vertici dell’Opera Pia, attualmente concentrati su una operazione delicatissima ed impegnativa. Chiedo alle forze politiche, pur nel legittimo dibattito politico, responsabilità e serietà nella gestione di queste informazioni e del confronto: la Fondazione va accompagnata in un percorso di affrancamento, finalizzato ad arrestare l’emorragia debitoria e a trovare soluzioni nel perimetro della realtà. L’alternativa entro fine anno è una procedura liquidatoria, questo è abbastanza evidente. Per questa ragione la Fondazione ha bisogno di sentire vicino il Comune ed i rappresentanti delle forze politiche, va sostenuta e non resa il bersaglio di polemiche o accuse che non portano vantaggio né all’ente né alla città”.

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