Morte di Pamiro: sangue, abiti e campioni biologici al vaglio dei consulenti
Summit tra consulenti, questa mattina, nel laboratorio della polizia scientifica di Milano, per il caso di Mauro Pamiro, il 44enne professore e musicista cremasco trovato privo di vita lo scorso 29 giugno nel cantiere edile di via Mazzolari, nel quartiere dei Sabbioni a Crema. Ad incontrarsi sono stati il responsabile del gabinetto regionale di polizia scientifica Roberto Giuffrida, consulente della procura, il genetista forense Marzio Capra, nominato dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni che assiste Franco Pamiro, il papà di Mauro, l’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano per Marisa Belloni, la mamma della vittima, rappresentata dall’avvocato Antonino Andronico, e Andrea Piccinini, responsabile del laboratorio di Genetica forense dell’istituto di Medicina legale dell’università di Milano, per l’avvocato Mario Palmieri, legale di Debora Stella, moglie della vittima. I consulenti si sono concentrati su alcuni reperti sequestrati dal cantiere dove era stato trovato il cadavere, soprattutto sangue e campioni biologici prelevati nel corso dell’autopsia, compresi alcuni indumenti del professore cremasco: maglietta, bermuda, boxer e un sandalo. Per quanto riguarda le analisi tossicologiche, sarebbe stata esclusa l’assunzione droghe pesanti da parte di Pamiro, che la notte tra sabato 27 e domenica 28 giugno aveva raggiunto scalzo quel ponteggio di una villetta in costruzione. Per la procura si è trattato di un suicidio. “Un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone”, aveva detto il procuratore Roberto Pellicano, che dopo le indagini della polizia ha escluso la tesi dell’omicidio, pista primaria che aveva portato ad iscrivere nel registro degli indagati la moglie di Pamiro. La famiglia della vittima, però, non concorda con l’ipotesi del suicidio. Secondo quanto era emerso dall’autopsia, le lesioni riportate sono compatibili con una precipitazione e il buco in mezzo alla fronte sarebbe stato provocato da una pietra, un sasso raccolto vicino al cadavere e sul quale è stato trovato del sangue. Ma l’altezza da cui il professore-musicista è precipitato è sufficiente per perderci la vita?. “Mio figlio aveva la distrofia”, aveva fatto sapere il padre Franco, ingegnere in pensione, convinto che Mauro non avrebbe potuto arrampicarsi su quel ponteggio.
Sara Pizzorni