Pizzetti: 'Italiani dimostrati disciplinati, più flessibilità sulle riaperture di attività'
Ad attendere il presidente Conte in Prefettura (in ritardo sulla tabella di marcia che lo dava a Cremona attorno alle 18,15) anche i vertici sanitari con il direttore generale dell’Asst Cremona Giuseppe Rossi: “Abbiamo avuto momenti drammatici – ha detto – 80 persone da intubare che non respiravano … solo chi ha vissuto questi momenti può rendersene conto, il nostro è stato un territorio duramente colpito”.
Inizialmente la tappa cremonese non era prevista nei piani del presidente del Consiglio, ma la politica locale si è mossa per fare in modo che anche la città del Torrazzo rientrasse nella visita programmata in
Lombardia. “E’ stato un lavoro intenso per far sì che Cremona rientrasse – spiega Luciano Pizzetti, l’artefice di questo incontro -. Siamo un territorio che ha vissuto la chiusura ancora prima che venisse stabilita per legge, colpito da grandi lutti ma anche da grandi difficoltà economiche per i residenti. Era assolutamente necessario che il governo se ne facesse carico e avrei trovato sconcertante e disdicevole che il presidente del consiglio fosse andato in altri luoghi pure così colpiti, e non qui”. Proprio Pizzetti, insieme ad altri parlamentari dei 5 territori più colpiti, è il firmatario della richiesta al Governo di un’attenzione particolare sul fronte finanziamenti, per chi ha affrontato l’emergenza fin da quel fatidico 21 febbraio.
“Mi auguro che la richiesta di sostenere con più risorse quelle province come Cremona che sono state contagiate per prime, sia portato a compimento. La presenza di Conte sul territorio è importante anche perchè si renda conto che non siamo dei piagnoni, ma siamo gente disciplinata che ha fatto tutto quello che c’era fare ma, essendo stata colpita per prima, ha bisogno di più risorse per la ripartenza.
E per quanto riguarda la fase2 si dichiara favorevole a misure meno rigide di quelle annunciate dallo stesso Conte il 26 aprile: “Le cure hanno fatto passi avanti in pochissime settimane; il vaccino ancora non c’è, con il virus dobbiamo convivere. Gli italiani stanno dimostrando di essere disciplinati, hanno rispettato tutte le prescrizioni, hanno capito l’importanza delle mascherine e del distanziamento. Credo che con questa disciplina si possa consentire una maggiore flessibilità nell’apertura di attività che sono fonti di reddito. Se sei un barista e non hai niente nel cassetto in marzo, poi in aprile, poi in maggio … la cosa si fa dura. Siamo a rischio oltre che di fallimenti, di avere nuove povertà”.