Cronaca

Munari, studentessa sospesa Ex alunni denunciano il 'clima d'intimidazione'

“Siamo ex studenti dell’ Istituto di Istruzione Superiore“Bruno Munari” di Crema e siamo preoccupati. Siamo preoccupati perché nel nostro ex istituto, chi esprime il proprio pensiero viene punito. Fino a pochi giorni fa il provvedimento che veniva adottato contro chi “diceva la sua” era quello delle intimidazioni: “guarda che poi ti bocciano, guarda che ti abbassano il voto in condotta…” .

Ma adesso ecco la novità: la sospensione per due giorni, ai danni di una ragazza che semplicemente aveva scritto sui social un suo pensiero (utilizzando toni civili ed un buon italiano), in contrasto con le direttive emanate dalla dirigenza. Qualcuno potrebbe domandarsi perché noi ex studenti “ci immischiamo” in questa storia, dato che non siamo più direttamente coinvolti. Noi rispondiamo così: perché crediamo in una scuola che faccia il suo lavoro, cioè educare. Educare alle libertà sancite dalla nostra Costituzione e nel rispetto di queste, tra cui quella garantita dall’articolo 21, comma 1: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Ecco perché scriviamo questa lettera: per denunciare il clima d’ intimidazione che si respira da tempo nel suddetto Istituto; perché questa è ancora la nostra scuola e tocca ad ognuno di noi cercare di proteggerla da chi non ha la capacità e forse la voglia di ascoltare.

Siamo convinti che la scuola dovrebbe avere a cuore tutti coloro che la vivono (studenti, insegnanti e collaboratori) e che un clima di paura e scontro, che mira a dividere più che ad unire, punizioni e minacce non siano compatibili con un’istituzione scolastica. Utilizziamo queste parole che possono sembrare forti, perché noi in prima persona abbiamo subìto tutto questo negli anni scolastici passati e quindi sappiamo quanto questi termini siano consoni alla situazione. La sospensione della ragazza è solo la punta dell’iceberg. Già in passato il nostro desiderio di partecipazione attiva verso temi e ricorrenze sensibili, come lo è la giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, è stato smorzato con forza dalla dirigenza che spesso ha sminuito la valenza formativa di questi eventi, rispetto ai programmi e alla “didattica tradizionale”.

Ci è stato detto che, per queste iniziative,non si poteva “sottrarre tempo prezioso” allo studio. Ma noi invece crediamo che la scuola debba sostenere questo slancio civile che gli alunni manifestano e ciò è possibile solo in un clima sereno di collaborazione, basato sul dialogo, il confronto, l’ascolto che sappia valorizzare il pensiero critico, nel rispetto reciproco. Solo così la scuola può andare avanti in una direzione migliore. Infine queste poche righe sono per esprimere tutta la nostra solidarietà a questa ragazza e un plauso a tutti coloro che si stanno dando da fare, affinché si faccia chiarezza su questa vicenda. E ricordate: è vostro diritto e dovere essere informati, soprattutto su ciò che succede in un istituto scolastico, ambiente frequentato dai vostri figli, nipoti, amici, conoscenti e cittadini di domani.”

Un gruppo di ex studenti

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