Cronaca

Bus dirottato: spunta il video 'proclama' dell'autista. Indagini chiuse, verso il rito immediato

Indagini chiuse da parte della procura di Milano nei confronti di Ousseynou Sy, l’autista senegalese da 15 anni in Italia che il 20 marzo scorso aveva tenuto in ostaggio 51 bambini, due insegnanti e una bidella della scuola media Vailati di Crema e poi aveva cercato di incendiare il bus, a San Donato Milanese. Ora i pm milanesi si apprestano a chiedere il giudizio immediato con le accuse di strage aggravata da finalità terroristiche, sequestro di persona, incendio e resistenza, e anche traumi da stress e violenza emotiva contro i bambini. Ieri davanti ai magistrati l’uomo ha reso l’ultimo interrogatorio nel quale ha ribadito l’intenzione di fare un gesto eclatante di cui si sarebbe parlato in tutto il mondo, anche se non voleva fare del male a nessuno. L’uomo è accusato di aver premeditato una tentata strage sventata solo dalla richiesta di aiuto di due ragazzini e dall’intervento dei carabinieri. Sy voleva portare il bus sulla pista di Linate, aveva cosparso i sedili con della benzina, legato i ragazzini con fascette e bloccate con catene le porte del mezzo. Era in possesso di un accendino, di un coltello e forse anche di una pistola giocattolo. Nè la difesa, nè i pm, hanno chiesto una perizia psichiatrica.

Intanto nelle indagini dei carabinieri è stato recuperato il video di 37 minuti girato da Sy. “Viva il panafricanesimo, combattiamo i governi corrotti e critichiamo la politica europea che sfrutta l’Africa”, diceva il senegalese. Gli inquirenti ritengono non sia pubblicabile “per ragioni di buon senso, perché si rischiano segnali di emulazione o all’opposto anche di odio verso gli africani e quindi per noi la diffusione è inopportuna e inutile”. L’autista dello scuolabus aveva inserito quel video sul suo canale privato di Youtube e poi aveva tentato di inviarlo ad alcuni suoi contatti, senza però riuscirci in quanto troppo pesante. E’ stato recuperato dai carabinieri grazie anche alla collaborazione con gli inquirenti da parte di Google. Nelle immagini, in cui Sy si riprende frontalmente con un telefonino, lancia un ‘proclama’ pochi giorni prima di quello che lui stesso ha chiamato negli interrogatori “un gesto eclatante”. Non fa riferimenti diretti all’azione che avrebbe compiuto, ma fornisce con calma e in modo lucido il ‘contesto programmatico’ in cui si è inserita la sua azione. L’uomo dimostra anche una certa cultura perché cita le origini del ‘panafricanesimo’, parla di Nelson Mandela e di altri ideologi del riscatto dell’Africa, ma poi spiega che non è più il momento che quell’ideologia sia legata al pacifismo. Come ha spiegato anche davanti ai pm, infatti, «in questo momento il panafricanesimo vive una fase di torpore e serviva un gesto eclatante di cui si parlasse nel mondo per risvegliarlo”.
Non ha più fatto riferimento a quelle «voci» nella sua testa di bambini morti in mare di cui aveva parlato nel primo interrogatorio davanti al gip e i pm ritengono che fosse perfettamente capace di intendere e di volere, che il suo è stato un gesto premeditato e studiato che si doveva chiudere con un strage sulla pista di Linate. Lo dimostrano, tra le molte altre cose, quei dieci litri di benzina con cui aveva cosparso il bus. L’Africa, era l’idea di Sy, “deve essere autonoma, via tutti gli occidentali, ciascuno nel suo continente e mai più stragi nel Mediterraneo”.

Nel processo, il Comune di Crema sarà parte civile. “Lo farà”, come spiegato dal sindaco Stefania Bonaldi, per “sostenere le famiglie” e “perché rappresentiamo una comunità”.

Sara Pizzorni

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