Politica

25 aprile, Bonaldi: 'Certe aperture di credito possono uccidere la democrazia'

“Sul finire del novembre 1944, qualche mese prima di quel 25 Aprile che segnò la Liberazione del Paese dal nazifascismo, il castelleonese Ernesto Monfredini, detto ‘il Bimbo’, fu brutalmente fucilato dalle brigate nere, presso lo stadio ‘Voltini’. Aveva 24 anni. Parleremo di lui anche fra poco, grazie a una pubblicazione del Centro Galmozzi, che ringrazio per la competenza e la tenacia con cui ci incoraggia a non dimenticare eventi preziosi della nostra storia”. E’ iniziato così il messaggio del sindaco Stefania Bonaldi per il 25 aprile.

“Con il partigiano Bimbo – ha continuato il primo cittadino – furono trucidati altri tre partigiani, di Castiglione d’Adda: Gaetano Paganini, Antonio Pedrazzini e Luigi Bestazza. Già martoriati dalle torture, furono mostrati come trofeo per le vie della nostra città su un camioncino scoperto, legati e seduti sulle proprie bare, che poi furono costretti a portare in spalla attraversando lo spiazzo erboso del campo di calcio, verso la postazione prescelta per l’esecuzione. Una scena tragica, che nei giorni della Pasqua ricorda in qualche modo la salita al Golgota di Cristo, obbligato a portare sulle proprie spalle lo strumento del suo stesso martirio, quasi a rammentarci che tra i prepotenti di ogni epoca corrono parenti culturali che superano il tempo e ci suggeriscono di non abbassare mai la guardia, poiché il male, la violenza, il fascismo, prima che essere categorie della politica appartengono al mondo interiore dell’uomo e come tali possiamo solo tenerli a bada, mai sconfiggerli una volta per tutte”.

Bonaldi, partendo dall’evento storico, passa all’attualità: “Ne abbiamo avuto la riprova in questi giorni, segnati dalla intemperanza, verbale e sostanziale di uomini che almeno per rispetto delle Istituzioni che rappresentano dovrebbero testimoniare la loro avversione alla prepotenza, e invece la solleticano, ammiccando a tutti i violenti, legittimandone pretese e metodi. Comportamenti inadeguati e inaccettabili, lo sappiano coloro che stanno giocando col fuoco.”

Presso lo Stadio Voltini si ricordano ogni anno “i nostri martiri, dei quali ho appena pronunciato i nomi, e lo faremo anche questo pomeriggio con l’ANPI, in una commovente via crucis laica, nei luoghi dove loro e altri giovani cremaschi antifascisti non esitarono a offrire la propria vita”. “Chi difende la democrazia – prosegue – è sempre migliore dei suoi nemici, perché animato dal fuoco del bene comune, fino al punto da arrivare al massimo sacrificio, esattamente come hanno fatto costoro. Lo hanno scoperto a loro spese guerrafondai e fascisti di ieri, lo tengano a mente quelli di oggi”. Bonaldi ha quindi sottolineato: “Siamo tutti figli di questa Storia, anche se sembra un paradosso, perché quei martiri partigiani avevano per lo più l’età che oggi hanno i nostri figli. E questo incrementa la tenerezza e la nostalgia con cui li guardiamo. Ma siamo figli loro, della Liberazione, di quel moto con il quale il popolo italiano, a un certo punto decise di ribellarsi al nazifascismo e convinse anche i miti ad imbracciare le armi per apparecchiare un mondo più giusto. Un movimento trasversale, perché i partigiani avevano storie e culture diverse, ma accomunate dall’amore per la democrazia e la libertà. Un anticipo rispetto a ciò che sarebbe successo di lì a poco, con la Costituzione, frutto dell’incontro di culture diverse, l’antica tradizione liberale, gli ideali del socialismo dei partiti di sinistra, e i valori della dottrina sociale della Chiesa, che ispiravano la Democrazia Cristiana. Culture diverse, ma tutte solidamente antifasciste”.

Il sindaco traccia quindi una linea netta: “L’antifascismo anima questa storia e quel sacrificio e pervade la nostra Costituzione. È un crinale netto, che non ammette sbavature né equilibrismi. Non sono date altre opzioni: chi si distanzia dal 25 aprile, oggi, ed afferma di restare ‘in modo equidistante fra fascismo ed antifascismo’ in realtà ha già assunto una posizione precisa, perché chi non prende parte, favorisce i prepotenti. Non ci può essere equidistanza tra il bene e il male, non si può scegliere l’ambiguità, invece che il limpido eroismo dei partigiani”.  “Basta – ha concluso il primo cittadino – con la violenza implicita, quella della furbizia, che cerca voti nelle sentine, in cambio di aperture di credito che potrebbero uccidere la democrazia, ossia tutti noi e il futuro dei bambini e dei ragazzi di oggi. Viva il 25 Aprile, viva i Partigiani, viva la Liberazione, viva i valori di libertà, eguaglianza, solidarietà che hanno ispirato la nostra Costituzione e restano la nostra stella polare. Diventiamo, tutti quanti, partigiani dei diritti e della Costituzione?!”

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