Scuole

Munari al lavoro per l’edizione 2019 di New design

Presso la sede di via Piacenza del Munari, si stanno completando in questi giorni i progetti che parteciperanno al concorso nazionale “New design 2019 La creatività nell’istruzione artistica italiana”, organizzato dal ministero dell’istruzione. Il concorso, giunto alla decima edizione è rivolto agli studenti del terzo, quarto e quinto anno di tutti gli indirizzi dei licei artistici, al fine di promuoverne, incoraggiarne e sostenerne le potenzialità progettuali. New design, per festeggiare la ricorrenza del decennale della sua istituzione, intende alimentare la conoscenza del design moderno e contemporaneo, come premessa indispensabile all’approccio progettuale, sollecitando i giovani all’espressione della loro creatività, attraverso percorsi pluridisciplinari.

I progetti. Il tema del concorso di questa edizione è “da cosa nasce cosa, forma e funzione del passato nell’ottica del presente”: elaborazione e attuazione di progetti, frutto anche dell’interazione tra i vari indirizzi della scuola. Ogni istituto può partecipare con un massimo di 10 progetti, la cui selezione è affidata ad un Comitato Tecnico-Scientifico entro il prossimo mese di febbraio. Gli adempimenti richiesti dal bando, devono essere completati entro giovedì sul sito dedicato, tenuto conto che il ministero lascia gli studenti liberi nella scelta del mezzo espressivo e della tecnica esecutiva.

Modulo Z. La referente dell’iniziativa per il Munari è Sabrina Grossi, docente di progettazione del design, coadiuvata dalla collega di laboratorio del design, Barbara Belloni. “Rispondendo al bando, le tre classi divise in gruppi – racconta Sabrina Grossi – hanno studiato architetti e designer storici, cogliendone gli aspetti critici progettuali e traendo spunto per la progettazione di oggetti o interni, che riprendono lo spirito progettuale del designer o dell’architetto storico studiato, adattando l’idea progettuale ai giorni nostri”. Nei progetti del Munari, attenzione all’utilizzo di nuovi materiali e idee che associno novità a utilità, come la realizzazione del bicchiere che presenta una guaina esterna con intercapedine, utile a refrigerare il contenuto, oppure le posate e i piatti in resine naturali e siliconi. O ancora, le sedute per pubblici spazi, che rendono più facile l’aggregazione, elemento centrale delle piazze, che stanno perdendo la loro funzione originaria. E tra i progetti i cui prototipi suscitano già molta curiosità, rientra il “Modulo Z”: base in metallo all’interno della quale è alloggiato un proiettore olografico, posizionato sopra una piramide di proiezione. Questo progetto, il cui modello in scala è raffigurato nella foto, può trovare applicazione nelle strutture museali, per proiettare tridimensionalmente le opere d’arte, in maniera da ottenere un effetto che consente al visitatore, di “entrare nelle opere”, soprattutto quando l’originale non è disponibile perché in altro museo, o in fase di restauro.

Sempre presenti. Il Munari, ricorda la docente Sabrina Grossi è una presenza costante in questo concorso, che ha visto i suoi studenti ottenere riconoscimenti e menzioni: in particolare, nel 2016 la menzione per un progetto di alta tecnologia, con 2 studenti inseriti tra le 100 eccellenze di quell’anno, dalla presidenza della repubblica. “Siamo molto soddisfatti per le idee, gli elaborati, i progetti dei nostri ragazzi – conclude il dirigente Pierluigi Tadi – che utilizzano strumentazioni sofisticate e stampanti 3D, che consentono loro di progettare nelle stesse condizioni dei professionisti del settore”.

Ilario Grazioso

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