Cultura

'E par che Luca': l'autocoscienza di Luca Cittadini in mostra

Questa mostra approda a Crema dopo un lungo, lungo viaggio.  Ho cominciato a dipingere solo a 25 anni, prima mi interessava solo la Scrittura. La mia vita non dipendeva dalla Pittura in nessun senso, e cosi’ dipingevo e disegnavo e sperimentavo senza altro scopo che quello di dipingere”, racconta Luca Cittadini, scrittore, scultore, pittore.

Anno dopo anno, ormai decennio dopo decennio, ha raccolto ciò che dipingeva, arrotolandolo e portandolo di trasloco in trasloco, guidato da una curiosa irrequietezza. A Pietrasanta ha costruito mobili che sono anche sculture “finché non mi sono confrontato con la scultura lignea, perché amo il legno e scolpire la Pietra richiede una passione esclusiva che non potevo darle. Nel primo romanzo che ho scritto annotavo da qualche parte: -Perché dedicare un anno a una scultura quando in una pagina posso raccontare una città, addirittura inventarmela?-“.

Quando ha riaperto tutti i rotoli dichiara di aver passato “un periodo di gioiosa sorpresa nel constatare quanto avessi dipinto, con quale ostinazione, necessità, costanza e questa mostra raccoglie questa necessità e indica le nuove direzioni  che ora so di voler intraprendere”. Un un atto di autocoscienza: “è la mia attualità che sta crescendo in pubblico, giorno per giorno. Sabato sarà ciò che sogno che sia da quando ho visto per la prima volta il portico che la ospita”.

Il futuro è fatto di tele di lino pregiato e grandi formati, “anche se ho un amore particolare per certi quadri ‘piccioli’ che espongo. Dipingerò a Essawira, in Marocco, prossima tappa di un viaggio che il mio Studio, che ho chiamato Jackson Pollock’s Studios seguito dal numero progressivo delle sue sedi”. Quella a Crema sarà la numero 19.

“In questa affascinante ‘città invisibile’ del Marocco, voglio realizzare quello che considero il mio compito in Pittura, e cioè l’unione di ciò che viene erroneamente distinto quando si dice Figurativo e Astratto unendo il gusto per la scoperta del colore in tutte le nuance su cui si posa lo sguardo, con l’attrazione per quello di una Donna che si chiama Zed, che è tutte le Donne e vive imperturbabile nel suo Iperuranio dove il suo corpo è alla inesausta ricerca del proprio Equilibrio. E questa sua ricerca finisce con l’essere la mia, e insieme un’indagine in una Forma sola di tutte le Forme, dell’interiorità femminea e per estensione di ciò che è umano, che la Donna contiene, riassume, detiene”. 

“Penso sempre che ai quadri che dipingo si associ un’atmosfera che è quella che troverete a Ca’ delle Mosche: calda, interiore, meditabonda, capace di comunicare un sentimento, ed è per questo che nel battezzare ‘E par che Luca’, da un verso di Dante dove il mio nome risplende di luce, di questa mostra dico che presenta l’Opera mia in un sogno messo in scena, che viene alla fine di un lungo pensiero. Averla realizzata è per me il motivo per invitare tutti a condividerla”.

La mostra sarà inaugurata domani, sabato 15 dicembre alle 12, presso la Cascina Ca’ Delle Mosche – Via Cremona 104 (dopo la rotonda a destra la prima strada bianca tra un filare d’alberi).

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