Cronaca

Pendolari, incubo ritardi quotidiani e verso un mese di scioperi

Mattinata da incubo per i pendolari cremonesi che prendono il treno delle 6.58, che sono arrivati a Milano con oltre 30 minuti di ritardo. Il convoglio è infatti rimasto fermo a Pizzighettone per un bel po’, a causa di un guasto agli impianti che regolano la circolazione lungo la linea. Ma si tratta solo dell’ennesimo episodio di una lunga serie, come afferma anche Matteo Casoni, portavoce del comitato pendolari InOrario, sulla pagina Facebook della linea: “È una settimana che, tra Pizzighettone e Torre Picenardi, ci sono guasti ‘temporanei’ agli impianti di circolazione” evidenzia, con il timore che stia diventando “una situazione permanente”. Anche i convogli successivi, peraltro, hanno accumulato ritardi.

La situazione rischia addirittura di peggiorare nel prossimo mese, visto che sono previsti ben quattro scioperi in soli 30 giorni. Il primo sarà venerdì 23 febbraio ed è stato proclamato dal sindacato Orsa ferrovie: questo blocco era stato rinviato il 6 febbraio scorso. Riguarderà macchinisti, personale mobile e capitreno e durerà dalle 9 alle 17. A questo proposito Trenord ha evidenziato che il servizio potrebbe “subire ritardi, variazioni e cancellazioni”. Tra l’altro per questa agitazione non sono neppure previste fasce di garanzia, per cui, come scrive Trenord in una nota, “viaggeranno i treni in partenza entro le ore 9 e con arrivo a destinazione finale entro le 10”.

Si proseguirà poi l’8 marzo con uno sciopero generale delle categorie e comparti pubblici e privati, indetto dalle sigle Usb e Usi. Questo stop riguarderà i dipendenti del settore ferroviario – che si fermeranno dalla mezzanotte alle 21 – e dovrebbe coinvolgere, come successo lo scorso anno, anche i mezzi del trasporto pubblico locale.

Il terzo è previsto per mercoledì 21 marzo, e riguarderà, stavolta, di nuovo gli operatori Trenord. Questo è proclamato da tutte le grandi sigle di settore, Cgil, Cisl, Uil, Faisa e Fast mobilità, durerà otto ore, dalle 9 alle 17, e coinvolgerà nuovamente personale mobile, macchinisti e capitreno.

Per finire, domenica 25 marzo, sarà nuovamente Orsa a incrociare le braccia. Lo stop in questo caso sarà di 24 ore – dalle 21 di sabato alle 21 del giorno dopo – e coinvolgerà i dipendenti di Trenord, Ferrovie dello Stato e Nuovo trasporto viaggiatori (la società che gestisce i treni ad alta velocità di Italo).

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