Cronaca

'Moschea' in via Rossignoli, Agazzi (Ln): 'Non chiudiamo gli occhi davanti a un abuso'

A sinistra il capogruppo Andrea Agazzi e il consigliere Tiziano Filipponi (Lega Nord)

La moschea torna sui banchi del Consiglio comunale, anche se non per una possibile edificazione. Si è discussa poco fa la mozione presentata all’assise dalla Lega Nord, tramite i consiglieri Andrea Agazzi e Tiziano Filipponi.

Il testo riguarda il possibile abuso edilizio di via Rossignoli 37, capannone ad uso artigianale/commerciale e per il quale la comunità islamica ha avanzo, nel settembre 2017, una richiesta informale all’Amministrazione comunale per cambio a luogo religioso per la preghiera.

La risposta del sindaco Stefania Bonaldi era stata negativa: “Ognuno ha il diritto a pregare il proprio dio, tuttavia tale diritto va conciliato con le esigenze complessive dell’intera comunità e le regole che essa si è data, anche quelle di tipo urbanistico recentemente assunte. A nessuno è dato di violarle o di chiedere di derogarvi”.

Ma secondo quanto riportato dagli esponenti della Lega Nord, i cittadini residenti in zona hanno continuato e continuano tutt’oggi a segnalare un andirivieni di persone palesemente di fede islamica. L’Amministrazione, sollecitata, ha chiesto alle forze dell’ordine di effettuare dei controlli (ripetuti) che, tuttavia, hanno dato esito negativo. Un compito che il sindaco ha definito, nella risposta alla mozione della Lega, “gravoso, perché dovrebbero cogliere le persone all’interno in flagranza ‘di preghiera’. Dai verbali non emergono chiaramente elementi probatori per procedere con un’ordinanza di rimessa a ripristino”.

Risposta che non ha soddisfatto Andrea Agazzi: “Concordo che non si possa agire seguendo le dichiarazioni rilasciate ai giornali, ma nei verbali della polizia locale si legge che le persone trovate all’interno del capannone hanno dichiarato ‘la nostra religione ci impone di pregare 5 volte al giorno, ovunque ci troviamo, quindi se capita anche qui'”. Agazzi ha riportato anche uno stralcio del contratto tra la comunità islamica e la proprietà dell’immobile, “nel quale si evidenzia che il locatore ‘acconsente sin da ora al cambio di destinazione d’uso’. Chi ha firmato questo contratto aveva le idee molto chiare sull’utilizzo”.

“Vi chiedo solo di aprire gli occhi e di non nascondere la testa sotto la sabbia di fronte a un abuso – ha concluso Agazzi – Se necessario riaprite il bando di gara per la costruzione del luogo di culto. Se qualcuno potrà dare le garanzie necessarie per l’aggiudicazione, ne prenderemo atto”.

Ambra Bellandi

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