Cronaca

Buoni mensa 'non dovuti' secondo l'Asst Crema, i sindacati avviano protesta

Sindacati pronti alla protesta e ad iniziative pubbliche, pur di vedere riconosciuto il diritto ai ticket mensa dall’azienda socio sanitaria di Crema (Asst). In un documento diffuso oggi, i segretari provinciali di categoria della funzione pubblica Sabrina Negri (Cgil), Roberto Dusi (Cisl), Rosario Micciché (Uil – Felda), ricostruiscono la vicenda, tutt’altro che risolta nell’incontro con la direzione aziendale del 22 dicembre scorso. In quella sede, tra l’altro, si è discusso dell’applicazione del decreto ministeriale 122/2017 che regolamenta l’utilizzo dei buoni pasto.

“In quella sede – spiegano i sindacati – l’Azienda ha sostenuto la non applicabilità del DM 122/2017 poichè l’organizzazione del ‘servizio mensa’ aziendale è basata sul modello della cosiddetta mensa diffusa e non a gestione diretta.
Tale interpretazione è stata confermata dalla Regione Lombardia al proposito interpellata dalla Direzione Aziendale, regione che ha introdotto un criterio di discrezionalità dichiarando che il differente regime è determinato da modalità organizzative che rientrano nell’esclusiva autonomia del datore di lavoro.
L’applicazione del regolamento aziendale vigente che disciplina l’erogazione del pasto ai dipendenti ha fatto sì che oltre i due terzi dei dipendenti si sono visti costretti a rinunciare ad esercitare il proprio diritto all’accesso al servizio mensa.
Ciò è conseguenza diretta delle numerose limitazioni poste dall’azienda e presenti nel regolamento che di fatto escludono una buona fetta di lavoratori (orari molto ristretti per la fruibilità del pasto, l’impossibilità di asportare il pasto all’interno dell’azienda dagli esercizi convenzionati, la scopertura dei giorni di sabato e festivi).
Questo ha permesso all’azienda di storicizzare un costo annuo a bilancio per l’accesso alla mensa pari a euro 400-500 mila. Qualora invece tutto il personale usufruisse del diritto alla fruizione del buono pasto per i giorni lavorati, l’Azienda si troverebbe nella condizione di dover far fronte ad un aggravio di spesa di circa 1.000.000 di euro.
E’ forse per questo motivo che l’azienda non vuole applicare il DM 122/2017?
“L’Azienda – continua il sindacato – è responsabile di scelte fatte nel tempo, che hanno determinato consistenti risparmi in termini economici a scapito dei diritti dei lavoratori, anche questo ha contribuito a far sì che la ASST di Crema negli ultimi anni sia stata collocata ai primi posti tra le aziende sanitarie lombarde cosiddette virtuose. Ancora una volta un diritto negato viene negato perché chi deve pagare si rimpalla la responsabilità di decidere.
Già da tempo avevamo sollevato il problema che ASST Crema (per scelte da noi non condivise e sostenute da qualche Dirigente zelante) rifiutava di applicare una norma nazionale che permettesse l’utilizzo e la cumulabilità dei buoni pasto anche in esercizi commerciali in cui acquistare generi alimentari. La decisione presa dall’Azienda di non applicare la norma ha danneggiato tutti i dipendenti di ASST e causa una perdita economica di un centinaio di euro mensili per ogni dipendente. E se pensiamo che il contratto è ormai fermo da 10 anni e che ogni dipendente del Servizio Sanitario ha perso più di mille euro all’anno per il mancato rinnovo contrattuale, al danno contrattuale si aggiunge anche la beffa di non vedersi riconosciuto il diritto ai ticket mensa”.

I sindacati fanno presente che “altre Aziende Sanitarie molto vicine ad ASST Crema hanno invece riconosciuto ai loro dipendenti i ticket mensa” e concludoono che “nonostante gli organici ridotti all’osso, le sempre più ridotte risorse, i diritti negati per cavilli normativi e i contratti bloccati, i lavoratori di ASST Crema tutti i giorni si dedicano alla cura di chi si reca in Ospedale, senza far pesare le grandi difficoltà che i lavoratori stanno affrontando.

Per tutto questo chiediamo con forza che venga rivista la decisione di non applicare i ticket mensa e la loro cumulabilità scaricando la responsabilità su Regione Lombardia, chiediamo il sostegno dei cittadini Cremaschi e non escludiamo nessuna forma di iniziative e/o di protesta per ottenere il riconoscimento di un sacrosanto diritto di tutti i lavoratori dell’ASST CREMA”.

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