Biotestamento, approvata la legge: plauso di Bordo e Piloni. Critico Agazzi
Il biotestamento è legge. Il Senato ha approvato il testo ieri, giovedì 14 dicembre, con 180 voti a favore, 71 contrari e 6 astenuti.
Le reazioni dei politici del territorio sono state diverse. Plauso dalle fila del Pd cittadino, come esprime il segretario provinciale Matteo Piloni in una nota: “Il biotestamento è legge, ed è una legge importante. Una legge di civiltà.? I cittadini avranno la possibilità di dichiarare quali cure ritengono compatibili e quelle che non desiderano, qualora perdano coscienza e siano alle prese con malattie che non consentono il recupero di una vita vera e dignitosa.? Grazie al lavoro del Parlamento di questi anni, l’Italia ha fatto passi in avanti sui diritti, recuperando anni di empasse che ci hanno confinato nelle ultime posizioni rispetto ad altri paesi europei. ?Come altre leggi, anche quella sul Testamento biologico è sia un diritto che una responsabilità. E’ una legge che punta a riconoscere e rafforzare la dignità della persona in quella fase della vita che si appresta verso la fine, creando condizioni di inabilità insopportabili e irreversibili. E’ una legge di cui avevamo bisogno, perchè il rispetto e il riconoscimento della dignità è l’essenza di una società più libera e giusta”.
Soddisfazione anche dal parlamentare Franco Bordo: “Ho creduto in questa difficile e giusta battaglia sin da prima di entrare in Parlamento” ha detto. “Tre sono i principi fondamentali della legge: il primo è quello del consenso informato, base di legittimità del trattamento sanitario. Per questo, si apre alla possibilità di chiedere l’interruzione delle cure. Deve essere chiaro: in questo testo non vi è alcuna legittimazione dell’eutanasia come atto che porta rapidamente alla morte, né si prevede il suicidio assistito. Il testo, quindi, si basa sulla distinzione che rifiutare le cure non è eutanasia: ‘il rifiuto delle terapie medico-chirurgiche, anche quando conduce alla morte, non può essere scambiato per un’ipotesi di eutanasia, ossia per un comportamento che intende abbreviare la vita, causando positivamente la morte, esprimendo piuttosto tale rifiuto un atteggiamento di scelta, da parte del malato, che la malattia segua il suo corso naturale’. Il secondo principio è una nuova interpretazione della relazione di cura tra medico e paziente. L’obiettivo è la salute della persona intesa come la intende l’Oms, e cioè il miglior stato di benessere fisico-psichico-relazionale conseguibile da chi è curato. ‘Cura’ intesa quindi come farsi carico del malato in modo complessivo, cioè considerando sempre che si cura la persona e non solo un corpo. Con il pieno rispetto di una persona e delle sue idee, relazioni affettive, storia personale e fede religiosa. E infine l’inserimento delle Disposizioni Anticipate di Trattamento con il nuovo strumento della pianificazione anticipata delle cure», spiega il parlamentare. Questa legge, che permette al nostro Paese di fare un passo in avanti decisivo in tema di diritti e dignità delle persone, era attesa dalla stragrande maggioranza degli italiani. Oggi siamo più liberi. Liberi di scegliere“.
Più critico il capogruppo in Consiglio comunale Antonio Agazzi: “Non sono affatto sicuro che la fretta pre elettorale del Parlamento in uscita sia amica del bene, ovvero che si sia varata una buona legge; penso, anzi, che avesse bisogno di modifiche che l’accelerazione intervenuta non ha consentito. Sono contro l’accanimento terapeutico ma anche contro l’eutanasia. Purtroppo temo si sia introdotta una sorta di eutanasia omissiva, comprimendo/annullando la libertà di coscienza di medici e strutture che si oppongono all’eutanasia da sospensione di cure”. “Continuo a credere che sia doveroso prendersi sempre cura del malato, anche terminale, garantendo nutrizione, idratazione e igiene e agendo sui sintomi attraverso le cure palliative – prosegue il consigliere Azzurro in una nota – Insisto nel ritenere che l’essere umano debba rimanere vivo fino alla morte, non morire socialmente prima che biologicamente; che un conto sia aiutare a morire, altra cosa far morire. Il mio timore è che a guadagnarci sia la velocizzazione delle pratiche di successione ereditaria, lo dico con grande amarezza”.