Politica

Beretta risponde alle accuse: 'Zucchi? Lo perdono perché non sa quello che dice'

“Non sono un uomo dalla querela facile. Anzi, ad oggi, dopo 40 anni di esperienza amministrativa non ne ho fatta neanche una”. E’ amareggiato il consigliere Simone Beretta dopo avere appreso che il candidato sindaco del centrodestra alle comunali dello scorso giugno, lo ha accusato di avere aiutato la Bonaldi nella vittoria. “Nel tentativo di essere un discreto cristiano lo perdono immediatamente perché non sa quel che dice. Io l’ho appoggiato in campagna elettorale, nella fase del ballottaggio, l’ho fatto anche votare con insistenza a chi non voleva assolutamente farlo. E credo che neppure ad Antonio Agazzi possa essere mossa obiezione perché da quando la candidatura di Zucchi diventò ufficiale lui si è impegnato a portargli almeno 400 preferenze”.

Un accusa, quella di aver appoggiato il candidato del centrosinistra, che ad oggi era stata mossa solo nei confronti del collega Agazzi, ma che comunque aveva portato entrambi i consiglieri Azzurri ad essere deferiti ai probiviri del partito. “Mi auguro che Zucchi elabori in fretta il lutto. Anche perché credo che la maggioranza debba avere anche un’opposizione adeguata, specie nella proposta. E ad oggi, passato qualche mese dalle elezioni, non riesco ancora a coglierne l’essenza, pur augurandomi che un giorno possa essere condivisa da tutta l’opposizione”.

Tra il consigliere forzista e il sindaco non eletto la maretta sembra essersi ingrossata dopo che lunedì in Consiglio è passata la candidatura di Marta Fontanella al Cda del San Domenico, grazie al voto della maggioranza. Sì, perché il suo nome era sostenuto solo da Beretta e Agazzi, mentre tutto il centrodestra aveva scelto di allinearsi con il Movimento 5 Stelle (Emanuele Mandelli, ndr).

“Con tutto il rispetto per Mandelli, io sono consigliere di Forza Italia e mi attengo a quello che dice il mio leader. Berlusconi ritiene il M5s il male assoluto per questo Paese. Perché allora devo votare a favore di un loro candidato? Un collega di partito che mi chiede una cosa simile non saprei neppure come giudicarlo politicamente, la qualcosa mi scivola addosso senza segnarmi”. Beretta resta dunque convinto che quanto accaduto sia stato progettato “per ferire politicamente me e Agazzi”.

Per il consigliere forzista la soluzione si sarebbe potuta trovare: “Sarebbe bastato mettere tutti intorno a un tavolo e noi saremmo andati in difficoltà. Magari avremmo fatto un passo indietro”. Anche l’atteggiamento di Zanibelli, per Beretta, resta piuttosto deludente: “Quando ci siamo trovati come gruppo consigliare, abbiamo appreso da Laura che la Lega proponeva la compagna del segretario per il posto in Cda mentre Forza Italia aveva messo sul piatto la candidatura di Tenca. Insieme abbiamo ritenuto quelle candidature non percorribili. Vedere che Laura alla fine si sia piegata a votare il candidato dei 5 stelle l’ho trovato politicamente sgradevole”.

Ambra Bellandi

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